David Stern morto a 77 anni. Ci lascia l’ex commissioner della NBA

Grande innovatore e mediatore con i giocatori, David Stern ha governato la lega americana fino al 2014. A condannarlo è stata una emorragia cerebrale avuta 20 giorni fa.

Il basket americano e lo sport in generale piangono la scomparsa di David Stern. L’ex commissioner della NBA – la lega professionistica di basket a stelle e strisce – è scomparso nelle scorse ore. Stern aveva 77 anni e non è riuscito a guarire da una emorragia cerebrale che lo aveva colpito lo scorso 12 dicembre. La notizia della morte dell’ex commissioner della National Basketball Association ha generato un grande lutto tra addetti ai lavori e semplici appassionati.

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David Stern è diventato il “capo” della lega cestistica statunitense nel 1984. Da allora, la NBA ha vissuto un picco di competitività e di popolarità che l’ha portata a diventare un fenomeno a livello internazionale. Il tutto è avvenuto grazie soprattutto alle idee del commissioner, la cui fortuna è stata anche quella di assumere questo ruolo nel momento giusto. Il Draft – ovvero la “lotteria” nella quale le società scelgono i migliori giocatori provenienti dal college – di quell’anno portò tra i professionisti un certo Michael Jordan. Ma sono tanti altri i giocatori che, durante il “governo” di Stern, resero grande la lega e il basket in generale.

David Stern e Andrea Bargnani, prima scelta assoluta al Draft 2006 – meteoweek.com

Una delle più grandi intuizioni di David Stern fu la composizione di quello che sarebbe diventato il Dream Team. Alla vigilia delle Olimpiadi di Barcellona 1992, infatti, l’allora commissioner allestì una squadra capace di spazzare via e divenire un esempio per le generazioni future, quando si parla di sport di squadra. Vi erano giocatori come il già menzionato Jordan, ma anche Larry Bird ed Earvin “Magic” Johnson. Gente capace di far divertire il pubblico ma anche di spazzare via senza pietà un avversario dopo l’altro, per ultima la neonata Croazia in finale. Ma Stern fu abile anche nel fronteggiare due casi di lockout, ovvero lo stop “imposto” dal sindacato dei giocatori. Nel 1999 tutto si chiuse con la stipula di un nuovo contratto collettivo, mentre nel 2011 l’allora commissioner lavorò su temi come salary cap e durata minima dei contratti.

Francesco Cammuca

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