Messi lascia il Barcellona via fax: un campione con un carattere fragile

Il fuoriclasse argentino pagherà di tasca propria la clausola per lasciare la Spagna. Inter e Manchester City sognano il suo arrivo. Ma emerge un lato di Messi che lo ha spesso accompagnato sul piano mentale.

Leo Messi

Il sogno di un gran numero di tifoserie sta finalmente per prendere forma. Anche se alla fine solo una potrà veder trasformare questo sogno in una realtà meravigliosa. Lionel Messi ha deciso di andare via dal Barcellona per tentare di dare un’altra svolta alla propria carriera. E lo ha fatto in maniera non troppo comprensibile, ovvero attraverso un fax fatto arrivare alla sede del club catalano. Una comunicazione formale con cui il fuoriclasse argentino ha fatto capire di non voler restare in blaugrana, in sella a un club che gli ha dato tutto e ha ricevuto altrettanto, se non molto di più.

Fa senza dubbio discutere la decisione di Messi, il quale ha preferito la strade della formalità a quella dell’annuncio ufficiale. Non c’è da dubitare sulla veridicità di questi rumors, iniziati a circolare nel pomeriggio di ieri. Anche perchè non sono mancate le reazioni che danno una conferma di questa ipotesi. In primis quella di Carles Puyol, storico capitano del Barcellona che ha vinto tutto, e anche più di una volta. Dunque Messi ha deciso di lasciare il suo regno dorato in Catalogna per rimettersi in gioco. Ma non tutto torna, soprattutto nella gestione del caso.

Non sono mancati, in particolare negli ultimi anni, i rumors che rendevano la Pulce un sogno meraviglioso per diversi club. In particolare l’Inter, che già durante gli ultimi anni del regno di Massimo Moratti sognava a occhi aperti con la speranza di convincere l’erede designato di Diego Maradona. Ma anche il Manchester City, specialmente dopo l’arrivo in Inghilterra di Pep Guardiola, il maestro di Messi. Ora, guarda caso, i nerazzurri e i vice-campioni d’Inghilterra sono i due club maggiormente indiziati a mettere le mani sull’ormai ex numero 10 del Barça.

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Ma chi ha una buona memoria sicuramente ricorderà ciò che Messi ha sempre detto, a proposito della sua carriera. Un continuo giuramento di fedeltà ai colori, alla dirigenza e alla storia del Barcellona, che sarebbe stato violato solo in un caso. Ovvero in un ritorno nella sua Rosario, tra le fila del Newell’s Old Boys, dove non ha mai giocato ma sognerebbe di giocare, anche solo una partita. Questo giuramento, nel caso in cui l’addio con permanenza in Europa dovesse concretizzarsi, verrebbe tradito in maniera acclarata. E anche un campionissimo come Messi non ci farebbe una grande figura.

In ogni caso, al di là delle polemiche che possono scaturire, emerge ancora una volta un aspetto che viene spesso rimproverato a questo fuoriclasse del calcio. Ovvero un carattere che spesso non segue ciò che la natura ha dato a Messi, ovvero un talento fuori dal normale. Non sono mancati i momenti in cui la Pulce ha fatto capire di non essere forte tanto tecnicamente quanto mentalmente. Come nel caso del ritiro – poi ritirato – dalla Nazionale argentina dopo l’ennesima delusione in Copa America. O l'”ammutinamento” in una semifinale di Champions League contro il Bayern Monaco, ufficialmente per problemi fisici.

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Quello stesso Bayern Monaco che, in un certo senso, ha segnato la fine della storia d’amore tra Leo Messi e il Barcellona. Il Messia del calcio mondiale che lascia il suo regno incantato che ormai non riconosce più, dopo una serie di scelte dirigenziali e tecniche sbagliate da parte dello stesso club. Investimenti avventati e fatti per pura vanità, l’interruzione brusca di un progetto tecnico, la mancanza di quel riciclo di talenti della cantera che di fatto sta fermando la macchina da guerra catalana. E ora Messi pensa al suo futuro, senza il club che gli ha dato tutto e ha ricevuto altrettanto, o forse di più.