Juventus-Napoli, i documenti che spiegano il forfait dei partenopei

Sono emersi quattro documenti che hanno indotto il Napoli a non salire a Torino per affrontare la Juventus. L’ultimo diktat è arrivato dalla Regione Campania: gli azzurri non devono partire.

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Il campo dell’Allianz Stadium di Torino è rimasto vuoto – meteoweek.com

La partita tra Juventus e Napoli fa discutere come se si fosse giocata. Come se fosse stata decisa da episodi arbitrali controversi o da giocate degne di un film di fantascienza. Ma alla fine, la partita tra Juventus e Napoli non si è giocata, ma fa discutere lo stesso e lo farà ancora a lungo. La mancata partenza della formazione di Gennaro Gattuso alla volta di Torino, con alla base i quattro casi di positività tra giocatori e staff, ha scatenato diverse reazioni. In particolare quella ufficiale del presidente bianconero Andrea Agnelli, che ha parlato di mancato rispetto di regole e protocolli.

Ma alla base della decisione del Napoli, di non partire alla volta di Torino, ci sarebbero ben quattro documenti. Una serie di prese di posizione da parte di altri enti, che dopo il confronto con il club del patron De Laurentiis hanno dato le proprie linee guida. Da qui è arrivata la tanto discussa decisione, non sarebbe stata partorita in prima persona dal Napoli. Il tutto mentre le polemiche non si placano, specialmente in considerazione di altri casi di squadre di calcio, scese in campo regolarmente dopo aver fatto riscontrare casi di positività al proprio interno.

Ma andiamo con ordine e analizziamo questi quattro documenti della discordia. Partendo da una Pec che il Napoli avrebbe scritto e inviato alla Lega, alla Federcalcio, al Giudice Sportivo e alla stessa Juventus. Qui i partenopei hanno comunicato il via dell’isolamento fiduciario dell’intera squadra. “Appare evidente – scrive il Napoli – che la partenza della squadra per Torino rappresenterebbe una violazione del provvedimento dell’autorità locale competente per la sicurezza sanitaria, nonché delle vigenti norme statuali in materia, con le conseguenti responsabilità previste dalla legge a carico dei contravventori“.

Il Napoli ha atteso le indicazioni di Asl e Regione – meteoweek.com

La Pec inviata dal club partenopeo ha basi ben solide, in primis il documento firmato dall’Asl Napoli 2. Qui viene chiesto proprio l’isolamento fiduciario della squadra, a causa delle diverse positività in seno al club. In questo caso bisogna sottolineare che le azioni dei calciatori professionisti in caso di positività al Covid di un componente della squadra, sono regolamentate da un protocollo predisposto da Ministero della Salute, Regioni, Figc e Lega calcio. Si tratta di una quarantena “soft”, che consente ai calciatori negativi di uscire e andare a giocare, per poi tornare in quarantena.

In risposta a questa uscita da parte dell’Azienda sanitaria, arriva una nota da parte di un’altra Asl. Si tratta di quella di Napoli 1, alla quale è stato richiesto un chiarimento. E questo chiarimento è arrivato: se tutta la squadra non resta isolata, il rischio di una crescita del contagio è forte. Un rischio che avrebbe coinvolto tutti i soggetti incrociati sul cammino dagli azzurri, compresi arbitri e avversari. In questo caso viene citato il protocollo firmato da ministero ed enti del calcio italiano. Anche se viene menzionato per sottolineare che non può essere utilizzato.

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A completare questo poker di documenti, arriva il chiarimento da parte della Regione Campania. Il medico sociale del Napoli, in particolare, ha chiesto un parere ai vertici regionali prima di procedere. E anche in questo caso, così com’era avvenuto con le due Asl partenopee, arriva l’ordine ben preciso di non partire. Se la squadra fosse partita alla volta di Torino, infatti, si sarebbe perpetrata una violazione di un atto amministrativo. Da qui sarebbero scattate delle pesanti conseguenze sul piano giudiziario, oltre a mettere a rischio la salute del Napoli, della Juventus e di tante altre persone.

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