Daniel Osvaldo ha fatto sempre parlare di sé per il suo carattere in parte irruento e che gli è costato anche il contratto appena firmato con l’Inter. Era il 2015 quando il calciatore viene cacciato via dalla squadra dopo uno scontro con Roberto Mancini.
Gli anni che Daniel Osvaldo ha trascorso in Serie A non sono stati semplici per lui. Un momento di riscatto era arrivato attraverso il contratto stipulato con l’Inter in un momento in cui lo stesso giocatore stava cominciando a perdere la passione la grinta con cui aveva cominciato la carriera.
Durante i primi mesi all’Inter, Osvaldo, aveva mostrato già i primi segni di cedimento per quel lavoro tanto amato e che in un certo qual modo stava anche cominciando a odiare fin quando non arriva lo scontro con l’allenatore Roberto Mancini.
Lo scontro e l’addio all’Inter
Daniel Osvaldo, come abbiamo appena avuto modo di spiegare, è stato cacciato dalla squadra dell’Inter, pochi mesi dopo il suo arrivo in squadra, ma perché? Il tutto è riconducibile a uno scontro che il giocatore ha avuto con l’allenatore Roberto Mancini durante Juventus – Inter del 2015. Le reali motivazioni non sono state rese note, ma Osvaldo ha cercato in ogni modo di poter salvare il contratto con la società.
A raccontarlo è stato lo stesso Osvaldo a PassioneInter dove ha dichiarato: “Un cazzotto dopo Juventus-Inter del 2015. ‘Vuoi fare a botte?’. Lui: ‘Ma non dirmelo davanti a tutti’. Se non mi avesse cacciato avrebbe perso autorevolezza. Poi andai nel suo ufficio piangendo, mi vergognavo. Un grande, con un bel carattere”.
La vita di Osvaldo oggi
Dopo l’addio all’Inter per lui è arrivato anche l’addio al calcio, in diverse occasioni l’ex giocatore ha anche spiegato come non sentiva più quella stessa passione che da ragazzo gli aveva permesso di eccellere con tanto talento e giare il mondo.
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Sempre in occasione dell’intervista al magazine sopracitato Daniel Osvaldo ha dichiarato: “Quanti soldi mi hanno offerto dalla Cina, ma il calcio non era più il mio mondo. Solo un business senza passione che iniziavo a odiare. Ora c‘è la musica. Con Sergio, Taissen, Julen e Agustin abbiamo fondato i ‘Barrio Viejo’. Vorrei ci ascoltassero per il nostro valore, non per il mio nome”.