Massimo Moratti, ex presidente nerazzurro, è intervenuto stamattina ai microfoni di “Radio Anch’io Sport” per parlare del momento dell’Inter ma anche del mercato e del futuro del calcio dopo la pandemia.
Il giorno dopo il prezioso successo sul campo del Cagliari, l’ex presidente dell’Inter Massimo Moratti ha concesso una lunga intervista a “Radio Sport Anch’io” per parlare di presente, passato e dell’Inter.
Moratti ha parlato anche di Paolo Rossi e Peppino Prisco, due grandi personaggi del mondo del calcio rimpianti da molti sportivi.
Massimo Moratti ha risposta alla domanda sul morale della squadra: “Non conosco la situazione dello spogliatoio: a sensazione dico che deve adeguarsi al carattere dell’allenatore. Molto dipende da quanto ci siano interferenze di altri. Dopo l’eliminazione con un po’ di calma si rimetterà tutto a posto”.
Il presidente del mitico triplete ha speso qualche parola anche su Antonio Conte, finito sul banco degli imputati per l’uscita dall’Europa.
“Per me come tecnico è bravissimo, è attento alla squadra e ci tiene: però ha un carattere molto difficile. Non so se avrei resistito tanto, magari non si sarebbero create le stesse situazioni. Non lo so, però è stata una scelta coraggiosa e come tale aveva i suoi rischi”.
Su Eriksen, Moratti ha detto che “nessuno se l’aspettava un rendimento così, però gioca poco: è difficile giudicarlo. Conte se lo fa giocare poco avrà le sue ragioni: è una di quelle situazioni che puoi protrarre, ma senza fiducia non devi continuare”.
Quanto allo corsa scudetto, Moratti vede nel Milan e nella Juve le principali rivali dell’Inter.
“Per me il Milan sta giocando molto bene: è forte, anche ieri si è espresso bene. Ha avuto una partita difficile. Il Milan rimane pericoloso, quando c’è Ibrahimovic vedi quanto è indispensabile. La Juventus fa sempre paura, ha giocatori fortissimi”.
“Cosa ha l’Inter più della Juve? La spinta di carattere: deve distinguerla la grande voglia e il cuore. L’allenatore è bravo, sa fare le cose: se sta tranquillo e si calma, deve distinguere dalla Juventus la voglia. Altrimenti non vinci. Se non vinci ci sarebbero altre polemiche che non faciliterebbero le cose”.
Moratti ha ricordato Paolo Rossi: “E’ stato un grande dolore, è stato uno dei più grandi in assoluto in Italia: lo seguivo da ragazzo, mi è dispiaciuto di essere diventato presidente tardi, l’avrei preso a tutti i costi. Ero a Barcellona e Madrid nell’82, mi ero innamorato per come giocava, per come era utile e simpatico: è stato inaspettato e triste quello che è successo”, ha detto Moratti a “Radio Sport Anch’io”.
E’ invece venuto a mancare quasi vent’anni fa Peppino Prisco. Ma al mondo del calcio. specie quello interista, manca tantissimo un personaggio così carismatico.
“Peppino era un personaggio eccezionale, indimenticabile: era pieno di qualità, simpatia, spiritosissimo. Era un eroe di guerra e un grandissimo avvocato: ha la colpa grave di avermi convinto a fare il presidente dell’Inter”.
Non poteva mancare una parentesi sull’Inter del triplete, capace di incantare il mondo intero grazie anche al carisma di Jose Mourinho.
“Si è sempre comportato in maniera correttissima. Ci siamo sempre capiti reciprocamente, risolvevamo tutto in due. Erano tempi diversi e modi diversi, la squadra era eccezionalmente forte e facilitava le decisioni”, ha detto Moratti.
L’ex presidente dell’Inter ha parlato anche di quale calcio ci attende dopo l’uscita dal tunnel della pandemia.
“E’ una crisi di una gravità incredibile: colpisce tanto il calcio. Non sappiamo per quanto gli spettatori non potranno andare allo stadio. Speriamo sia una questione di mesi, ma questo mette in difficoltà le società, che ha spese altissime: la più alta è quella degli ingaggi. I calciatori sono quelli che rischiano di più: è giusto che facciano un sacrificio, ma sono quelli che permettono di far tutto. E’ difficile, non credo ci possa essere per qualche anno una grossa ricchezza: alle spalle ci possono essere grandi società, ma tutte devono fare attenzione”.
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