Ronaldo, l’indimenticabile “Fenomeno” nerazzurro, parla del big-match tra Inter e Juve in programma questa sera a San Siro. “La squadra di Conte ha tutto per vincere lo scudetto. Vi spiego perché”.
A cavallo tra la fine degli Anni Novanta e l’inizio del nuovo millennio è stato uno dei grandi protagonisti di Inter-Juve.
Rimasto nel cuore di molti tifosi interisti, il “Fenomeno” ha parlato del big-match in programma questa sera a San Siro in un’intervista esclusiva rilasciata a “La Gazzetta dello Sport”
Luis Nazario de Lima, da tutti conosciuto come Ronaldo, presenta il piatto forte della 18^ giornata del campionato di Serie A e parla dei tanti campioni che scenderanno in campo alla Scala del calcio. Ma anche di Conte e di Pirlo.
“Non dico che lo vincerà, o che deve farlo per forza, ma che ha tutto per vincerlo. Due cose le aveva, un’altra se l’è presa, la quarta se l’è ritrovata anche se non avrebbe voluto. Ha un allenatore che tiene sul pezzo le sue squadre dall’inizio alla fine, e difficilmente non arrivano fino in fondo. Una squadra che aveva un’identità precisa: alla fine della scorsa stagione, in Europa League contro il Bayer Leverkusen e soprattutto lo Shakhtar, mi aveva davvero impressionato per la solidità e anche la qualità del gioco. Si è presa un giocatore straordinario, che il Real ha sbagliato a perdere così. Ogni tanto penso: “Ronnie, immagina tu e Hakimi: saremmo andati a una discreta velocità…”. Azzardo: uno dei migliori colpi di mercato dell’Inter degli ultimi dieci anni.
“E poi, per come lavora Conte – ha proseguito l’ex centravanti dell’Inter – il fatto di non giocare in Europa sarà un vantaggio. Non c’è un giocatore o un allenatore che sia contento di non farla, ma la Champions ti succhia energie, soprattutto nervose: a marzo-aprile non mi meraviglierò se l’Inter farà qualche punto in più di chi avrà il doppio impegno”.
“Se arriverà a 40 anni? Non lo so, ma di sicuro ci proverà. E’ un giocatore diverso rispetto a quando lo vedevo nel Real Madrid, ha imparato a gestirsi e però una cosa mi pare identica a prima: può stare nell’ombra per quasi tutta la partita e poi decidere in un minuto di fare male. A Cristiano le partite importanti sono sempre piaciute molto, perché sono quelle che si ricordano di più. Come i record: ci tiene, dicono che per lui siano ossessione, io la chiamo benzina”.
Lukaku sposta anche gli alberi… E’ molto diverso da CR7 ma ha un punto in comune: quando hai un giocatore così, fai fatica a non appoggiarti a lui. Soprattutto a uno come Lukaku: ma se fa quasi un gol a partita è un bell’appoggiarsi, basta non aspettarsi che faccia i ricami con il pallone”.
“Se è in giornata, inizia a martellarti e non ti molla più. E diciamo che ho un sospetto: con De Ligt vicino, rende di più anche Bonucci. Ma la vera assenza pesante per la Juve è Dybala. Gli avevo rivisto la gamba giusta, la voglia di inventare. E quel colpo di tacco per Chiesa, contro il Milan, mi sembrava un segnale. Peccato: se c’è Dybala è più facile vedere bel calcio”.
“Io non lo critico. So che non sempre piace la sua gestione dei cambi, ma a volte ci sono esigenze che da fuori si fa più fatica a vedere. E’ il destino degli allenatori e Conte è in buona compagnia: anche Pirlo si è preso dell’inesperto, no?”.
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“Io l’ho visto in campo, e da vicino. Intelligenza calcistica superiore, e non cambi solo perché passi dall’altra parte: lui non proporrà mai un gioco banale, è la squadra che deve andargli dietro. Non so chi l’abbia chiamato per primo così, ma un maestro per mestiere insegna quello che sa: gli servirà un po’ di tempo, ma se la Juve ha puntato su Andrea credo glielo darà. Intanto gli ha dato una squadra da scudetto: è così da dieci anni e le cose non si stravolgono da un giorno all’altro”.
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“Magari anche lui poteva dare qualcosa in più. E magari potrà dare di più davanti alla difesa: non mi sembra una brutta idea provarlo lì. Però, vale il discorso fatto per Pirlo: se ci credono davvero sia l’allenatore che il giocatore, non bisogna avere troppa fretta prima di dire se va bene o no”.
Appese le scarpe al chiodo, oggi il “Fenomeno” fa il dirigente sportivo: nel 2018 ha annunciato di aver acquisito il 51% delle quote del Valladolid, squadra che milita nel milita nella Liga spagnola. Da giugno è diventato presidente del club.
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