Elia Viviani dopo l’aritmia: “Ho avuto tanta paura”

Il velocista azzurro è reduce da una brutta aritmia cardiaca. Elia Viviani, però, vuole tornare al più presto sui pedali. E il cardiologo spiega i dettagli del problema.

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Elia ci spera – meteoweek.com (Photo by Luca Bettini / AFP) (Photo by LUCA BETTINI/AFP via Getty Images)

Elia Viviani torna a parlare dopo la grande paura. Il corridore italiano, tra i migliori velocisti in circolazione nonchè campione olimpico su pista nel 2016, ha parlato dell’esperienza che ha appena avuto. Una aritmia cardiaca che lo ha fatto balzare dalla sedia, proprio nei giorni in cui si sta preparando la nuova stagione del ciclismo internazionale. Viviani ha provato per la terza volta questa brutta sensazione, ma per sua fortuna non era da solo. Al suo fianco c’era il dottor Roberto Corsetti, cardiologo che lo segue fin da giovanissimo.

In un’intervista rilasciata per la Gazzetta dello Sport, Elia Viviani ha rivissuto quei brutti momenti. E ora che può raccontarlo, svela che si è sentito piccolo e assai debole di fronte al problema cardiaco. “Ho avuto paura – ha ammesso – . Ero tornato dal ritiro spagnolo di Benidormi e domenica mi stavo allenando in salita sulle mie strade del Veronese: un classico lavoro di forza-resistenza al medio, 140-150 battiti, quando ho sentito le palpitazioni, il battito è aumentato velocissimo, oltre 220 battiti per una ventina di secondi. Mi sono fermato, mi girava la testa. Ho chiamato subito Corsetti, che mi segue da quando sono professionista“.

Al momento in cui ha avvertito i sintomi del problema, Elia Viviani non aveva nessuno con sé. E questo ha contribuito a far salire una certa preoccupazione: “No, ero solo. Ero a un’ora da casa, un’ora di pensieri, pensieri pesanti. Non le dico che cosa mi è passato in testa in quei momenti. Perché è successo, che cosa poteva essere, perché… Mai, mai, mai avevo avuto qualcosa del genere. In serata ero al centro medico B&B di Corsetti a Imola, ho fatto un test massacrante alla massima frequenza cardiaca di oltre mezz’ora “a gradini” e l’aritmia si è ripetuta. La sera ero già ad Ancona“.

Elia Viviani vuole tornare in sella – meteoweek.com (Photo by BRENTON EDWARDS/AFP via Getty Images)

In questo momento, sono tanti i pensieri che circolano nella testa di Elia Viviani. La sua paura più grande è quella di non poter tornare a correre. Soprattutto in un anno importante come il 2021, in cui l’azzurro deve difendere anche il titolo a cinque cerchi. “Il momento è delicato – dichiara il pistard – , mi viene da pensare perché sia successo, ma meglio adesso che dopo. Era un problema di salute, questa l’emergenza. Sono sereno, esco dall’ospedale e so che il problema è stato risolto. Non me l’aspettavo, proprio no… Devo tanto alla fiducia di Roberto, al professore Dello Russo, tutti gentilissimi e disponibilissimi“.

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Elia ha anche negato che possano esserci correlazioni tra il problema cardiaco e una presunta positività al Covid. “Ho fatto tutti i test, i tamponi molecolari e i test sierologici. Tutti negativi, mai entrato in contatto con il virus“, ha detto. In ogni caso, non appena sarà possibile, Viviani tornerà sui pedali per testare il suo fisico. “So che sono stato curato benissimo – sostiene con grande forza di volontà – . Quando tornerò a spingere al massimo, non dovrò avere dubbi, non potrò correre con questi pensieri“.

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Il cardiologo spiega la situazione di Elia Viviani

Nell’intervista rilasciata per la Gazzetta dello Sport, trovano spazio anche le parole di Roberto Corsetti. Il cardiologo, che ha iniziato a seguire Elia Viviani dal 2009, ha dato maggiori spiegazioni sulla situazione in atto. “L’aritmia di Elia non è frequente – ha detto – , ma nemmeno rarissima, in soggetti giovani e sportivi. Penso ad altri ciclisti come Ciccone, per esempio. Sono tachicardie anomale che si generano nella parte alta del cuore: per un evento infiammatorio, eventi biochimici o meccanici. Viviani ha avuto una aritmia atriale sopra ventricolare. Dal test nel mio centro avevamo capito qual era la zona del cuore in cui intervenire. Oggi Elia ha fatto uno studio elettrofisiologico endo-cavitario: le sonde sono entrate dalle arterie femorali e, con la radiofrequenza, si è provveduto a pulire nell’atrio destro i punti elettrici delle cellule che si erano irritati. In sala operatoria l’aritmia è stata indotta di nuovo e si è vista perfettamente la zona elettricamente instabile“.