Il capitano azzurro di Coppa Davis crede molto nelle abilità del numero 10 al mondo e del giovane talento altoatesino. Barazzutti parla anche di Coppa Davis: “Abbiamo una squadra forte e compatta”.
Corrado Barazzutti fa le carte al tennis italiano. Quelli che stiamo vivendo sono anni particolarmente soddisfacenti per il movimento al maschile. E basterebbe guardare il ranking mondiale per rendersene conto, al netto di critiche che raramente sono costruttive, da parte degli addetti ai lavori e non solo. Matteo Berrettini e Fabio Fognini sono stabilmente nelle prime quindici posizioni del mondo. Jannik Sinner sta crescendo mese dopo mese, portando a casa anche titoli importanti. E poi ci sono i cosiddetti gregari, che si stanno ritagliando uno spazio importante.
Nel corso dell’intervista rilasciata per la Gazzetta dello Sport, Barazzutti ha parlato con orgoglio del momento magico del tennis italiano. E ammette di aver immaginato una fase così positiva nel suo complesso: “Certamente: ogni previsione è per forza legata a ciò che succederà con il calendario. Si viene da una stagione in cui si è giocato poco, tanti protagonisti hanno faticato a trovare il ritmo o addirittura non ci sono mai riusciti. È evidente che se la situazione non si normalizza, i valori potrebbero cambiare. Lo vedremo già in Australia, dove tra quarantene, isolamento e allenamenti obbligati bisognerà essere forti soprattutto di testa“.
Si passa poi all’analisi dei singoli giocatori che ci stanno rappresentando alla grande. In primis Matteo Berrettini, che dopo un 2020 difficile sul piano fisico a rilanciarsi. Barazzutti crede fortemente in lui: “Matteo ha già fatto il grande salto, ormai è un top player. È importante che finalmente abbia potuto svolgere la preparazione senza intoppi fisici, lui è uno di quelli che ha bisogno di giocare per trovare la condizione e la fiducia in se stesso, quindi spero che il calendario gli dia una mano. E poi è relativamente “nuovo” per il vertice, significa che ha ancora margini di miglioramento”.
Invece Fabio Fognini ha bisogno di un forte riscatto nel 2021. Anche il ligure non se l’è passata bene l’anno scorso, e in lui Barazzutti confida soprattutto se il fisico risponderà nel modo giusto. “In pratica Fabio deve ripartire da zero, la doppia operazione non è stata una passeggiata e poi, quando stava mettendo finalmente insieme qualche partita, ha preso il virus. Fino a ottobre si è allenato con me, vedevo che mordeva il freno e soffriva perché il dolore non era ancora scomparso. Intanto, deve ritrovare la piena salute e poi considerare che i primi mesi saranno complicati: ma sono sicuro che lo rivedremo ai suoi livelli sulla terra battuta. ha ancora tanto da dare“.
E poi c’è Jannik Sinner, il golden boy dello sport italiano. Il capitano azzurro di Coppa Davis sa bene di avere davanti un talento indiscusso. E spera che il 2021 sia per l’altoatesino l’anno della consacrazione definitiva: “Intanto per lui sarà un’esperienza straordinaria da cui potrà solo imparare. L’anno scorso Jannik doveva gestire la pressione di una nuova dimensione da giocatore, adesso gli si chiedono risultati immediati. Ci saranno alti e bassi, ovviamente, ma ha le spalle larghe. Soprattutto, è molto consapevole dei suoi mezzi, però non è presuntuoso: questo significa che è disposto ad ascoltare e a lavorare per crescere e migliorare“.
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L’Italia potrà tornare a celebrare la vittoria di un torneo del Grand Slam? Barazzutti dice di sì. E punta su Berrettini e Sinner per riuscirci: “Ne sono convinto. Berrettini ha già giocato una semifinale agli Us Open, che è lo Slam più competitivo, Sinner ha fatto quarti a Parigi mettendo in difficoltà Nadal per due set. Certo, in uno Slam conta anche la capacità di gestire le due settimane e serve un po’ di fortuna nei sorteggi, ma entrambi sono da corsa. E poi comunque il tempo è dalla loro parte: prima i dopo i fenomeni della generazione dorata molleranno la presa. E loro saranno lì per approfittarne“.
Ma come precisato prima, ci sono tanti altri giocatori italiani che stanno facendo bene, in base al loro livello. Giocatori come Lorenzo Sonego, Stefano Travaglia, Salvatore Caruso e altri che si stanno ritagliando uno spazio importante. “Serviva solo tempo, ora è evidente che la competizione interna stimola. Sonego sarà testa di serie in Australia ed ha ancora ampi margini di miglioramento, Travaglia, Mager e Caruso sono seri e giocano bene. Ma se dovessi scommettere un euro, lo punterei su Cecchinato: è di nuovo tonico, anche di testa, sulla terra battuta tornerà ad essere uno dei migliori del mondo perché una semifinale a Parigi non si dimentica in tre anni“.
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La chiusura dell’intervista è dedicata al nuovo format che potrebbe venire fuori per la Coppa Davis. Barazzutti si dice ottimista per una nuova riforma che rendererebbe nuovamente “itinerante” la competizione. Se non altro per un’operazione nostalgia che potrebbe risultare affascinante: “Gli organizzatori del nuovo format mi hanno chiesto un parere, ed io ho risposto che portare la Davis in tre città fa recuperare un po’ dello spirito originario, sperando che possa esserci il pubblico. Sarà una grande emozione, ma anche una grande responsabilità. Abbiamo una squadra molto forte e compatta, partecipare non sarà l’unica cosa che conta“.
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