Il presidente del Cio svela che il provvedimento per l’Italia era pronto. Ma restano i problemi per l’organizzazione delle Olimpiadi. “Stiamo combattendo ma puntiamo alla cerimonia di apertura”, ha detto Bach.
La settimana è iniziata con il brivido per lo sport italiano. Il timore più grande era quello di non vedere la bandiera tricolore e l’inno di Mameli, per i nostri atleti che sarebbero stati in gara alle Olimpiadi di Tokyo. Tuttavia, con un intervento last minute – anche se poteva essere effettuato con largo anticipo – il Governo ha scongiurato questo pericolo. E con l’approvazione in extremis del Decreto Cio è stata regolamentata la posizione del Coni. E il Comitato Olimpico Internazionale non ha messo in atto il provvedimento già minacciato in precedenza.
Il tutto per la somma gioia di Thomas Bach. Il presidente del Cio ha svelato che il provvedimento punitivo nei confronti del Coni era già pronto. “Non ci sono dubbi – ha dichiarato Bach – . Dobbiamo applicare le stesse regole per tutti all’interno del movimento olimpico. Abbiamo ricevuto informazioni dal Coni sull’accordo raggiunto con il Governo italiano. Siamo molto soddisfatti, le misure adottate frenano la nostra preoccupazione sull’autonomia e sul ruolo del Comitato olimpico nazionale italiano: per questo abbiamo chiuso il caso Cio“.
In ogni caso, il numero uno del Comitato Olimpico Internazionale è soddisfatto per la conclusione di questa vicenda. Non sarebbe stato facile, nè tantomeno bello, vedere una potenza sportiva come l’Italia privata dei suoi vessilli in un evento così importante. Ma alla fine Bach mostra la gioia per il buon epilogo: “Sono felice per tutti gli atleti italiani. Penso sia noto il mio apprezzamento per lo sport italiano e per come gli atleti azzurri, alla pari di tanti altri nel mondo, hanno reagito alla pandemia e combattuto contro il virus incoraggiando la popolazione“.
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Ora il problema più grande resta lo svolgimento delle Olimpiadi. Bach fa sapere in tal senso che il comitato organizzatore sta lavorando al meglio per garantire la sicurezza, sia nello svolgimento delle gare che nella gestione degli ambienti circostanti al villaggio olimpico. “L’organizzazione delle Olimpiadi resta difficile – svela Bach – , stiamo combattendo con il virus ma siamo concentrati sulla cerimonia d’apertura del 23 luglio. Il nostro compito è organizzare i Giochi Olimpici e non annullarli. Il nostro compito è realizzare i sogni olimpici degli atleti. Questo è ciò su cui stiamo lavorando giorno e notte. Nessuno in questo momento può prevedere la situazione futura, sfortunatamente questo ha generato speculazioni ma non le alimenteremo“.
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Un altro tema caldo resta quello relativo ai vaccini. Gli atleti che prenderanno parte alle Olimpiadi non avranno precedenze particolari su altre categorie più a rischio. Almeno questo è ciò che svela Bach: “Non siamo favorevoli al fatto che gli atleti debbano saltare la fila per il vaccino. L’abbiamo detto detto a novembre dello scorso anno. La precedenza ce l’ha sempre chi è in prima linea ed è più esposto al contagio, come gli operatori sanitari e le persone che mantengono la società. Dobbiamo attuare un protocollo anti-Covid che sia efficace in ogni possibile scenario. Stiamo lavorando con le autorità giapponesi, il Governo e l’Oms. È troppo presto per prevedere quale sarà la contromisura più appropriata“.
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