Stefano Travaglia ottiene la prima finale in carriera, battendo il portoghese Monteiro. Sinner compie un capolavoro nella seconda semifinale, sconfiggendo il quotato russo Khachanov. L’ultima finale tutta italiana si giocò nel 1988.
Stefano Travaglia e Jannik Sinner non vogliono essere da meno ai colleghi e connazionali Berrettini e Fognini, che nella notte italiana hanno regalato ai nostri colori la qualificazione alla finalissima di Atp Cup. E così i due azzurri, così diversi in tanti aspetti del loro gioco e della loro concezione di tennis, si sono regalati un altro sogno. Saranno infatti l’ascolano e l’altoatesino a giocarsi il titolo nel torneo di Melbourne 1, al termine di due semifinali che rappresentano forse il perfetto biglietto da visita per ciascuno dei due protagonisti.
Partiamo dalla prima semifinale, quella che ha visto Stefano Travaglia opposto al portoghese Thiago Monteiro. Per entrambi si trattava di un’occasione storica, visto che nessuno dei due era mai stato così vicino a ottenere il pass per la finale di un torneo ATP. È stato decisamente più bravo il giocatore di Ascoli Piceno, divenuto il nuovo diamante da sgrezzare per coach Simone Vagnozzi. Una condotta di gioco perfetta, soprattutto dal punto di vista mentale, come se Steto fosse un navigato giocatore di semifinali a livello ATP. Ne è venuta fuori una partita in cui Monteiro, nonostante ci abbia provato fino alla fine, non è riuscito a trovare il bandolo della matassa. Il punteggio finale di 6-3 6-4 rappresenta nel migliore dei modi ciò che si è visto in campo.
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Qualche minuto dopo è toccato a Jannik Sinner completare il capolavoro, per questa settimana da sogno per il tennis azzurro. Dall’altra parte della rete c’è Karen Khachanov, un arcigno russo che fin dall’inizio ha provato a mettere in difficoltà il giovane altoatesino. Il primo set è stato agonico, come da tradizione per le gare di Sinner, tanto che l’arrivo al tie-break è apparso inevitabile. Jannik lo ha giocato con grande maestria, ottenendo ciò che serviva nei punti decisivi e chiudendo sul 7-4. Nel secondo set si è visto un Khachanov più incisivo, soprattutto sul servizio dell’azzurro che è calato leggermente. Così il russo ne ha approfittato per chiudere sul 6-4 e rimandare ogni discorso al terzo set. Qui si è vista una grande partenza da parte di Sinner, capace di portarsi sul 5-3 e servire per il match. Tuttavia il suo avversario ha avuto la lucidità per ribaltare la situazione e arrivare addirittura a match-point sul 6-5 e servizio di Jannik. Si va però al tie-break, e qui torna a galla la pesantezza di palla dell’altoatesino: ancora un 7-4 nel game decisivo e nuova finale in carriera.
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Come abbiamo già accennato, quella che si giocherà nella prossima notte italiana sarà la prima finale in carriera per Stefano Travaglia a livello ATP. Jannik Sinner è leggermente più abituato a questo genere di match, visto che a novembre ha giocato la finale del torneo di Sofia, vincendola contro il canadese Vasek Pospisil. Una finale tutta italiana a livello ATP non si vedeva dal 16 maggio 1988, quando Massimiliano Narducci sconfisse Claudio Panatta nel torneo di Firenze.
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