Tensione in Juve-Inter di Coppa Italia: dito medio di Antonio Conte verso i dirigenti bianconeri, labiale del presidente Agnelli in risposta al suo ex allenatore. E’ lo scontro finale tra i due e i nodi vengono al pettine. Ecco cosa è successo
Il passato non si dimentica. Juve-Inter, semifinale di Coppa Italia, fa arrivare i nodi al pettine: le telecamere Rai riprendono un dito medio di Antonio Conte, che in passato ha dato cuore e anima alla Juve, rivolto ai dirigenti bianconeri. Apriti cielo. Il presidente Agnelli viene a sua volta ripreso in un labiale dove sembrano essere pronunciati insulti all’indirizzo di Conte. E’ lo scontro finale. Tutto inizia al 10′ della partita che termina 0-0, consegnando alla Juve la sua 20esima finale di Coppa Italia: Conte protesta per un possibile rigore su Lautaro, ma è proprio l’argentino a scalciare il piede fermo di Kulusevski, che non commette fallo. Infatti l’ottimo arbitro Mariani, che non sbaglia nulla in un match complicato, non ha neanche bisogno di rivedere l’azione al Var.
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Bonucci (in panchina) chiede a Conte di rispettare le decisioni dell’arbitro scatenando il putiferio. L’allenatore dell’Inter, dopo il rigore non concesso, sembra calmarsi ma gli partono nuovamente i nervi al 45′: dito medio di Conte verso l’angolo juventino, davanti ai giocatori che stavano tornando negli spogliatoi, alla presenza di Agnelli e del vice presidente Pavel Nedved. Questo perchè Conte avrebbe ricevuto diversi insulti nel primo tempo dalla panchina bianconera. Sempre all’intervallo ci sarebbe stato anche un violento diverbio tra il bianconero Fabio Paratici e il nerazzurro Lele Oriali, che però la Rai conferma con riserva. Questo però è stato soltanto il primo round: pare che Agnelli e Conte abbiano continuato a battibeccare anche dopo, nei pressi degli spogliatoi. E lo scontro si sarebbe allargato anche ai calciatori delle due squadre.
C’è poi il secondo round. A fine partita le telecamere della Rai consegnano agli telespettatori l’immagine di Andrea Agnelli che, a fine partita, scende le scale e, visibilmente alterato, dice qualcosa a qualcuno. La frase incriminata sarebbe “stai zitto cog….e” o qualcosa di simile e il destinatario sembra essere proprio Antonio Conte. I telecronisti Rai aspettano poi gli allenatori per le interviste a fine partita, ma passa troppo tempo: è il segnale che sta succedendo qualcosa. Poi arrivano le notizie sull’accaduto e sono inevitabili le domande ad Antonio Conte: “Il mio gestaccio? Le fonti juventine dicano tutta la verità. Il quarto uomo ha sentito cosa è successo per tutta la partita, bisognerebbe dire la verità ed essere più educati. Credo ci voglia maggiore rispetto per chi lavora. Non ho piacere di commentare, a me hanno insegnato che in tutte le cose serve educazione e rispetto”. Pirlo, invece, dribbla le domande affermando di non sapere nulla al riguardo.
Vecchie ruggini tra Conte e la Juve. Le radici sono molto lunghe: tutto inizia il 15 luglio 2014 quando Conte si dimette dopo due giorni di ritiro dalla sua Juve: tre stagioni insieme, altrettanti Scudetti e due Supercoppe italiane in bacheca, per la precisione. Il problema era rappresentato dalle scelte di mercato della Juve, che fecero storcere il naso a Conte: “Non si può mangiare con 10 Euro in un ristorante da 100”, disse l’attuale allenatore nerazzurro. Conte voleva trattenere a tutti i costi sia Arturo Vidal che Paul Pogba (che alla fine non sarebbero partiti da Torino in quella sessione). Inoltre sperava nell’acquisto di Cuadrado o in alternativa di Iturbe, finito poi alla Roma. Un altro problema era legato alla tournée bianconera organizzata in Australia, Indonesia e Singapore. Un giro enorme e stressante: tanti benefici alle casse della società, stress e poca preparazione atletica per il gruppo. Così arrivò la risoluzione consensuale del contratto. Agnelli disse: “Sei stato un grande condottiero per i nostri ragazzi e la notizia di oggi mi rattrista enormemente. Ma di fronte ai sentimenti e alle ragioni personali anche un Presidente deve fare un passo indietro. Grazie di tutto Antonio. Fino alla fine…”. E la fine è arrivata. Ieri sera.
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