Il Pescara gestisce malissimo il primo tempo della partita con il Venezia: soprattutto a livello difensivo la squadra è immobile, e tutti i giocatori Azzurri sono costretti a giocare arretrati pee non lasciare troppi spazi agli avversari. Dopo l’ennesima brutta prestazione del Delfino, anche il sindaco di Pescara è intervenuto, auspicando l’ingresso di nuovi fondi – e quindi di nuovi soci – nel club abruzzese.
Il primo tempo della partita Pescara-Venezia del 13 febbraio segna forse il punto più basso della squadra. La formazione è totalmente immobile nel reparto difensivo, e tutti gli undici giocatori sono costretti a supportare il reparto arretrato. Il Delfino gioca schiacciato nei primi 30 metri della sua metà campo. Dall’altra parte, il Venezia invece è molto bravo a puntare sul gioco ad alti ritmi, dove il Pescara non riesce a seguirla.
Mentre nel primo tempo il Pescara sembra giocare per difendere la sconfitta ed evitare che il risultato che diventi ancora peggiore, nella seconda frazione di gioco, invece, la gara diventa più equilibrata. Il tecnico del Pescara, però, toglie solo gli autori dei maggiori errori del primo tempo, cioè Sorensen, Masciangelo e Odgaard, confermando tutti gli altri.
Nella gara ci sono anche degli evidenti problemi tecnici e tattici: Scognamiglio regala un pallone all’attaccante avversario che poteva essere fatale. Odgaard ha deluso nell’impostazione del cross, mentre Machin ha annullato una buona azione offensiva preferendo un colpo di tacco al limite dell’area piuttosto che provare ad inserirsi in profondità o lanciare l’avversari.
Fino a questo punto del campionato il Pescara ha portato a casa partite di orgoglio personale dei giocatori. L’azione individuale ha portato alla vittoria, che non è mai stata di squadra. È questo che manca: un progetto comune che coinvolga la squadra, a tutti i livelli. La colpa non può essere solo di una difesa completamente immobile in campo o di un allenatore come Breda che ha già dimostrato di essere capace.
Il declino sembrerebbe essere soprattutto di tipo gestionale. Il Delfino, infatti, ha in rosa ben 19 giocatori presi in prestito da altre squadre, che contribuiscono all’instabilità della squadra. Anche il sindaco di Pescara Carlo Masci conferma: “Servono rinforzi in termini economici e di passione. La squadra non merita di essere nei bassifondi della Serie B, ma come sempre merita di stare nei primi posti della classifica, come ci hanno abituato“.
Al sindaco sono chiare le motivazioni del declino, che illustra a Rete8 Sport: “Le campagne acquisti degli ultimi anni non sono state esaltanti. Il cambio di allenatori ha inciso anche sullo spogliatoio. Dobbiamo prendere atto della crisi che sta attraversando la squadra ed impostare un cambio di passo“.
Il sindaco Masci chiarisce subito quale sarà il suo ruolo in questa crisi calcistica: “Credo che siano passati i tempi in cui la politica si preoccupava di trovare gli imprenditori che entrassero nelle squadre di calcio. Noi siamo disponibili a parlare di territorio. Ad esempio nessuno è venuto a parlare con me del rinnovamento dello Stadio Adriatico, a parte Sebastiani. Questo era un progetto interessante“.
Poi ribadisce: “Il problema oggi è capire come togliere il Pescara da quelle zone magmatiche delle ultime posizioni della classifica. Proprio oggi, quando nelle nostre province si è fatta strada la variante inglese del Covid, avremmo avuto bisogno di ricevere una buona notizia, almeno dal calio. Lo sport ci avrebbe potuto aiutare“.
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