E’ morto Mauro Bellugi. L’ex difensore dell’Inter di recente si era ammalato di Covid e aveva subìto l’amputazione di entrambe le gambe. La sua storia ha commosso l’Italia. Aveva compiuto 71 anni il 7 febbraio scorso: lascia la moglie Lory e la figlia Giada.
Un mese fa aveva commosso l’Italia raccontando il suo dramma con il suo consueto spirito combattivo: “Ne vengo fuori, verrò di nuovo qui la prima volta che avrò le protesi”. E invece Mauro Bellugi non ce l’ha fatta. L’ex difensore dell’Inter è venuto a mancare oggi: aveva compiuto 71 anni il 7 febbraio scorso.
Lascia la moglie Lory e la figlia Giada.
L’ex centrale dell’Inter e della Nazionale ha vissuto mesi molto travagliati. Un calvario iniziato il 4 novembre del 2020 quando aveva scoperto di aver contratto il coronavirus. Dopo il ricovero all’ospedale “Niguarda” di Milano, le sue condizioni di salute si sono aggravate tanto che i medici lo avevano messo alle strette: “Per sopravvivere dobbiamo amputare entrambe le gambe“, l’amara diagnosi degli specialisti.
Consigliato dai suoi famigliari, Bellugi non si è perso d’animo e ha accettato di sottoporsi al delicato intervento chirurgico che gli ha portato via entrambi gli arti inferiori. Quelle gambe con cui aveva incantato il mondo del calcio tra il 1967 e il 1980 non c’erano più.
Eppure, nonostante tutto, sembrava che l’ex calciatore nerazzurro fosse riuscito a vincere la partita più difficile della sua vita. Il sorriso era tornato quello di un tempo, il calore e l’affetto della moglie e della figlia non gli sono mai mancati e la generosità di amici e sconosciuti si è moltiplicata. Tanto che Massimo Moratti, l’ex presidente della sua amata Inter, si era addirittura offerto di acquistare le protesi da 50mila euro che gli avrebbero permesso di tornare a camminare in autonomia.
Dopo l’intervento, Bellugi sembrava sul punto di riprendersi. E invece, nelle ultime settimane, sono sorte ulteriori complicazioni. Il quadro clinico è precipitato fino al triste epilogo di oggi quando i suoi occhi si sono chiusi per sempre.
Pochi minuti dopo la scomparsa di un calciatore che ha scritto pagine indimenticabili della storia dell’Inter, la società nerazzurra ha voluto rivolgere un messaggio di ringraziamento a uno dei pilastri della squadra negli Anni Settanta. “Oggi ci lascia un grande uomo, un grande calciatore, un grande Interista: ciao Mauro”, ha twittato il club.
Centinaia gli omaggi pubblicati sui social da tanti amici, ancora commossi dalle parole di Bellugi che il 18 gennaio scorso aveva deciso di raccontare il suo dramma davanti alle telecamere di “Live – Non è la D’Urso” anche e soprattutto per infondere un messaggio di speranza a chi sta soffrendo.
“Il Covid mi ha tolto anche la gamba con cui feci gol al Borussia Moenchengladbach”, aveva raccontato con grande rammarico Bellugi durante la prima intervista concessa dopo l’operazione.
Indimenticabili le immagini di 50 anni fa: proprio contro i tedeschi segnò l’unica rete della sua luminosa carriera, nella partita di Coppa dei campioni del 3 novembre 1971, vinta 4-2 dall’Inter.
Tra gli Anni Sessanta e Settanta, Bellugi vestì le maglie di Pistoiese, Napoli, Bologna e Inter arrivando a coronare il sogno di indossare la casacca della Nazionale con la quale disputò i Campionati del Mondo del 1974 in Germania Ovest e del 1978 in Argentina.
Appese le scarpe al chiodo, iniziò la sua breve carriera da allenatore prima e da opinionista sportivo poi sulle emittenti private.
In azzurro Mauro Bellugi collezionò complessivamente 32 presenze tra il 1974 e il 1980.
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