Il neo presidente dell’AIA Alfredo Trentalange ha rivelato quello che serve per migliorare la classe arbitrale italiana.
Le polemiche arbitrali in Italia non vengono spente neanche dal Var e dalla tecnologia in campo. E così, il neo presidente dell’Associazione Italiana Arbitri Alfredo Trentalange sta studiando un modo per migliorare la classe dei direttori di gara del nostro calcio, come rivelato in una intervista a Famiglia Cristiana: “La formazione degli arbitri va migliorata e bisogna investirci molto di più. A partire dai dirigenti. Siamo strutturati in sezioni, puoi presiederne una con 50 ragazzi o con 500, si passa dall’essere papà all’essere manager. Dobbiamo condividere di più le decisioni, aumentare la trasparenza, conoscere la tecnologia che i giovani amano”.
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Il numero dell’AIA ha proseguito: “Serve tempo per assorbire il cambiamento, il Var è relativamente giovane, ma nessun arbitro vorrebbe scoprire a partita finita di aver condizionato un risultato con un errore. Ho iniziato ad arbitrare nel 1973, mai sentito un arbitro contrario. C’è stato chi ha sostenuto che ci opponessimo noi alla verifica tecnologica del gol/non gol sulla linea di porta: scemenze. Ma se gli arbitri non parlano mai, se non danno chiavi di lettura, finisce che le danno altri”.
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