Terza edizione della Hall of Fame dell’Inter: premiati quattro campioni che hanno scritto la storia nerazzurra. Durante la cerimonia sono stati incoronati i grandi protagonisti del triplete di dieci anni fa. Ecco chi ha vinto.
Terza edizione della Hall of Fame nerazzurra. Nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia, la società non ha voluto rinunciare alla premiazione dei protagonisti degli anni passati all’Inter HQ nel rispetto di tutte le norme di sicurezza.
Premiati quattro campioni che hanno scritto la storia del club: lo “zio” Beppe Bergomi e tre protagonisti dell’indimenticabile triplete di dieci anni fa: Julio Cesar, Esteban Cambiasso e Diego Milito.
Julio Cesar, oggi 41enne, ha difeso i pali dell’Inter dal 2005 al 2012: per il brasiliano 300 presenze in maglia nerazzurra e la tripla vittoria con Mourinho nel 2009-2010.
“Per me è sempre un piacere partecipare a eventi legati all’Inter, che è un pezzo molto importante della mia vita e della mia famiglia – ha esordito l’ex numero 1 interista – Ogni giorno sono al fianco di questa società: lavorare con l’Inter, tornare a Milano, per me è sempre meraviglioso. Ringrazio i tifosi che mi hanno votato. Per me entrare nella Hall of Fame è motivo di grande orgoglio. Succedo a Francesco Toldo, che per me è come un fratello, più di un amico. Rivedendo i trofei ovviamente mi viene un po’ di nostalgia, è chiaro che la Champions League sarà sempre quello più prestigioso, ma il primo non si dimentica mai: la Supercoppa Italiana 2005. Ero il vice di Toldo e ho capito che facevo parte di un qualcosa di grande: vincere a Torino, contro la Juventus, era l’inizio di un percorso nel quale c’era tanto da vincere. I tifosi aspettavano e attendevano tante vittorie e se le meritavano”.
Per l’Acchiappasogni – terzo portiere dopo Zenga e Toldo nella Hall of Fame nerazzurra – un messaggio molto speciale, di un amico e compagno, il colosso Maicon, di recente tornato in Italia per vestire la maglia del Sona in Serie D: “È una persona che merita di finire in questa Hall of Fame. Insieme a me e ai compagni dell’epoca è stato tra i protagonisti assoluti. Maicon era il mio compagno di camera, gli impegni erano tanti e passavo più tempo con lui che a casa”.
Terzo hall of famer nella categoria difensori, dopo Javier Zanetti e Giacinto Facchetti, Beppe Bergomi ha fatto il suo ingresso nell’albo d’oro nerazzurro. Lo “zio” ha collezionato ben 758 presenze in nerazzurro tra il 1979 e il 1999.
“Ringrazio i tifosi e tutta la famiglia dell’Inter. Far parte della Hall of Fame è motivo di orgoglio, vedo il mio nome accanto a quello di grandissimi campioni che hanno fatto la storia del club. Sono felice, porterò questa giornata nel mio cuore per tutta la vita perché io ho indossato sempre e solo una maglia, quella nerazzurra. Non è facile scegliere un momento solo nella mia carriera. Penso all’esordio con Bersellini, quando mi disse ‘Ragazzo scaldati!’: eravamo tre difensori in panchina e scelse me, quello fu il primo passo. I cinque anni con Trapattoni non si scordano. Ma anche quel momento con Osvaldo Bagnoli. Mi guardò e mi disse: ‘Ma tì, due te voret andà?’, che in dialetto milanese significa ‘Ma tu, dove vorresti andare?’. Bagnoli mi diceva ‘Tu sei il più forte’, ma io non volevo andare da nessuna parte in realtà. Infine Gigi Simoni: mi ha permesso di vincere ancora e di partecipare al mio quarto Mondiale. Però io ho pianto per un allenatore solo: Gigi Radice. Insomma, tanti momenti belli, come anche le partite: la vittoria sull’Aston Villa, il 4-0 sulla Juventus giocata da libero”.
E poi i trofei: “Il primo non si scorda, è la Coppa Italia 1981/1982. In quella competizione ho segnato il mio primo gol con l’Inter, il 6 settembre contro il Milan, un gol che ci fece passare il turno”. Per Bergomi il messaggio speciale di Riccardo Ferri: “Il nostro è stato un lungo percorso assieme. L’amicizia e la stima reciproca sono rimaste”.
Nella sezione centrocampisti della Hall of fame ha fatto il suo ingresso un emozionato Esteban Cambiasso, calciatore prezioso, trascinatore naturale e interista dentro. L’argentino ha messo insieme 431 presenze e 51 gol con la maglia dell’Inter.
Prima di lui nella Hall of Fame sono finiti Lothar Matthäus e Dejan Stankovic.
“Mi tornano alla mente tantissime emozioni perché per alcuni di questi trofei ho contribuito in prima persona e ho ancora in mente tutte le sensazioni vissute in quei momenti. Essere qui per questo premio deciso anche dai tifosi e sapere che in mezzo a tanti grandi nomi hanno scelto me per far parte della grande storia di questa società è un onore”, ha commentato Cambiasso.
“Il gol contro il Chelsea è stato uno dei più importanti soprattutto per il momento in cui mi è capitato di segnarlo, è stata una bella liberazione. È un gol che un po’ rispecchia la mia determinazione, sono stato un calciatore per cui ha contato più pensare, insistere, trovare le soluzioni, mi sono dovuto creare il mio spazio e lì c’è la mia mentalità, il non arrendermi. Se dovessi scegliere un trofeo di questi oltre alla Champions? Ne dico due, il primo è il Mondiale per Club perché venendo dal Sud America per me ha un sapore ancora più particolare essere stato sul tetto del mondo e per il ciclo che abbiamo aperto per questa società dico la prima Coppa Italia vinta nel 2005, ha un valore molto speciale. Di questi 10 anni di Inter non mi porto dietro solo una squadra ma una famiglia”.
“Famiglia”, il termine più azzeccato per raccontare il suo rapporto con Javier Zanetti, ospite speciale con un videomessaggio per il Cuchu: “Lui è molto più di un compagno, molto più di un amico, dopo tanti anni è diventato ‘famiglia’ perché noi non abbiamo vissuto solo le emozioni in campo che la gente ha visto ma anche quelle delle nostre vite”.
Infine Diego Milito, l’uomo e il calciatore che con i suoi gol ha concretizzato i sogni di tutti i tifosi nerazzurri. Nella sezione attaccanti fa il suo ingresso dopo i mostri sacri Ronaldo e Meazza.
“È difficile spiegare a parole quello che sento, per me oggi è una giornata molto speciale, entrare nella Hall of Fame dell’Inter con tutte le leggende che ne fanno parte è una cosa meravigliosa, è un grande orgoglio e ne sono fiero. Ringrazio tutti, specialmente i tifosi che mi hanno permesso di esserci.
Ho avuto la fortuna di fare dei gol belli e importanti, ma se devo scegliere un momento, un gol direi il secondo della finale di Champions. Essere decisivo nei momenti importanti fa parte del mio mestiere di attaccante, ho avuto la fortuna di far parte di una squadra magnifica, di giocatori di grande livello, fuoriclasse, un gruppo che sapeva quello che voleva formato da calciatori straordinari, grandi persone e grandi campioni”.
A rendere omaggio al Principe, un amico ed ex compagno, Goran Pandev: “Sono contento di sentirlo, è un ragazzo straordinario e un grande campione, quando è arrivato a gennaio 2010 ci ha dato una grande mano in quello che abbiamo fatto, ha fatto benissimo in tutti i Club in cui ha giocato e oggi tifo per lui”.
Infine i quattro cimeli che i nuovi hall of famer hanno deciso di custodire nel museo dell’Inter, condividendoli con tutti i tifosi.
Per Julio Cesar il portachiavi speciale con le 5 coppe vinte nel 2009/2010 regalato da Moratti, con il numero di maglia, il 12: “Un regalo speciale ed è bello condividerlo”. Per Bergomi la maglia della stagione 1993/94: “Un anno non semplice, alla fine del quale arrivò un trofeo. Un bellissimo ricordo e una bellissima maglia”.
Poi un paio di scarpe molto speciale per Esteban Cambiasso: “Sono le scarpe con cui ho segnato il mio unico gol nel derby, nel 2007, una giornata che rimarrà per sempre nel mio cuore”. Per Milito, la maglia forse più importante: “Il cimelio che lascio al museo dell’Inter è la maglia della finale di Madrid, quella con cui ho giocato, è un pezzo bellissimo e ho pensato di lasciarla a tutti i tifosi, per me ha un significato davvero speciale”.
Questo l’albo d’oro della Hall of Fame dell’Inter in attesa della quarta edizione:
2018: Walter Zenga – Javier Zanetti – Lothar Matthäus – Ronaldo
2019: Francesco Toldo – Giacinto Facchetti – Dejan Stankovic – Giuseppe Meazza
2020: Julio Cesar – Giuseppe Bergomi – Esteban Cambiasso – Diego Milito
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