Walter Zenga, l’indimenticato “Uomo Ragno” dell’Inter, parla a ruota libera della sua ex squadra, di Lukaku e Lautaro e del record di presenze che Handanovic gli sta per “soffiare”. “Lo scudetto? Dipende solo dai nerazzurri”.
Walter Zenga ha difeso i pali dell’Inter dal 1982 al 1984: un’icona della società nerazzurra anche per il suo straordinario temperamento riconosciuto dai compagni dentro e fuori dal campo.
In un’intervista esclusiva a La Gazzetta dello Sport, l’Uomo Ragno ha spiegato perché lo scudetto dipende solo dalla squadra di Conte e ha parlato a ruota libera del “collega” Handanovic e della Lu-La, senza dimenticare i suoi grandi maestri del passato.
“La corsa scudetto dipende solo dall’Inter, è evidente. La squadra è cresciuta molto, paradossalmente l’uscita dall’Europa ha dato a Conte più forza per gestire la squadra”.
“Inter presto tra le big d’Europa? Certo, ma intanto deve vincere questo campionato. Non dico che sia un obbligo ma dopo l’eliminazione dall’Europa è diventato un obiettivo primario. Le otto vittorie consecutive hanno creato un bel distacco in classifica. Manca tanto, ma chi è in testa a un certo punto sa cambiare il pensiero: diventa più forte di testa, più consapevole. La vittoria di Torino per l’Inter è stata figlia di una consapevolezza assoluta, di una squadra che ora sa quello che vuole e se lo prende”.
“Il calcio è cambiato e non si possono paragonare due epoche così lontane. Lì si giocava per i due punti, finivi la partita e avevi i giornalisti fuori dalla porta dello spogliatoio. Oggi è tutto più ovattato e lontano dalla realtà. E bisogna fare i conti con i social che influiscono in maniera pazzesca. Non era meglio prima e peggio adesso o viceversa, semplicemente era tutto molto diverso. Oggi se vuoi lavorare nel calcio devi adattarti e aggiornarti alle tecnologie moderne”.
“A livello di numeri si integrano benissimo. Lukaku non mi ha stupito: è stato voluto e cercato con forza da tutto l’ambiente ed ha avuto un rendimento superiore proprio perché ha sempre sentito una fiducia incondizionata. Di Lautaro mi parlò benissimo già Spalletti, in tempi non sospetti, quando non giocava perché c’era Icardi. Piuttosto, appena posso voglio chiedere a Conte come avrebbe fatto se fosse arrivato Dzeko. Il confronto con i colleghi mi manca tanto”.
“Il Trap è stato un maestro per tanti di noi. Io ho avuto la fortuna di lavorare con lui, Bagnoli, Eriksson, Vicini. E Zoff è stato il mio allenatore dei portieri al Mondiale dell’86. Personaggi di questo spessore ti lasciano sempre qualcosa”.
Tra 9 gare Handanovic raggiungere l’Uomo Ragno che attualmente è il portiere con il maggior numero di presenze in nerazzurro con 328 partite.
“I record sono fatti per essere battuti e se sarà Samir a farlo sarò contento. Giocare così tante gare all’Inter significa avere una costanza di rendimento eccezionale. Semmai gli auguro di battere il mio record di clean sheet in Europa: 35 partite“.
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