Il falconiere della Lazio Juan Bernabé è tornato a parlare dopo l’episodio di fascismo che lo ha visto coinvolto: “Stimo Franco e Mussolini”.
Continua a far discutere l’episodio che ha coinvolto il falconiere dell’aquila Olimpia Juan Bernabé. Lo spagnolo è stato immortalato sabato sera nell’atto di eseguire il saluto fascista inneggiando al Duce, il tutto fra le risate di alcuni tifosi laziali della Tribuna Tevere che hanno risposto al saluto.
Bernabé non è sotto contratto con la Lazio, quindi la società biancoceleste ha mandato una lettera di diffida alla società di cui fa parte, aggiungendo anche che, alla prossima violazione, l’accordo verrà rescisso automaticamente.
La presidente dell’Unione Comunità ebraiche Noemi Di Segni ha chiesto a gran voce un intervento da parte della FIGC e della Lazio, pretendendo trasparenza per evitare qualsiasi ambiguità.
Nel frattempo, Bernabé ha rilasciato delle dichiarazioni: “Stimo Franco e Mussolini, ma non pensavo fosse vietato”.
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Il falconiere ha dichiarato di non capire il perché di tutto il caos che si è scatenato dopo la diffusione del video.
Lo spagnolo, come riportato da “Il Messaggero”, ha detto di essere dispiaciuto di aver messo in difficoltà la Lazio: “Non c’entra nulla con la Lazio e per questo sono dispiaciuto. Per me è un saluto militare, io sono nato dentro l’esercito. Ho una cultura di destra, sono del partito Vox come tanti amici calciatori e ne vado orgoglioso. In Spagna il gesto fascista si fa con il braccio piegato sul cuore a livello del petto. In Italia a quanto pare è anche così, non lo sapevo”.
“È vero, l’ho fatto e non lo rinnego perché io stimo Mussolini, ha fatto tante grandi cose per l’Italia così come Franco in Spagna. Sono un estimatore di entrambi e ne vado fiero” ha aggiunto Bernabé, dichiarando anche di avere rapporti con persone di diverse etnie in tutto il mondo.
Il falconiere ha detto di non aver ricevuto alcun comunicato ufficiale da parte della Lazio, ma già sa che arriverà: “È nell’aria, lo so già a livello informale ed è giusto. Sono responsabile di ciò che ho fatto. È stato un impulso legato all’euforia del post partita dopo un grande successo”. Ha in seguito aggiunto nuovamente di non sapere che fosse vietato, dicendosi pronto ad affrontare le conseguenze dei suoi gesti.
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