Massimiliano Allegri ha ripercorso la stagione bianconera in un’intervista. Tra i temi il posizionamento in classifica, l’arrivo di Vlahovic e la partenza di Dybala.
Dopo essere tornato alla Juve la scorsa estate, Allegri ha chiuso una stagione nella media dei bianconeri, che ha ripercorso in un’intervista.
La Juventus ha chiuso la stagione al quarto posto in classifica e con due finali disputate, ma perse: quella di Supercoppa italiana e di Coppa Italia. L’obiettivo Champions League è invece sfumato agli ottavi di finale contro il Villarreal. L’allenatore ha parlato ai microfoni di DAZN, facendo un bilancio di quanto fatto dalla squadra in questa stagione.
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Per quanto riguarda la lotta scudetto, Massimiliano Allegri ha dichiarato che Milan, Inter e Napoli sono arrivate davanti in classifica, ma non che sono state superiori rispetto ai bianconeri. Per il tecnico se non si è vinto negli scontri diretti, qualcosa sotto l’aspetto caratteriale o della gestione è mancato.
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Su un possibile ritorno di Paul Pogba su cui si insiste da tempo, l’allenatore toscano ha affermato: “Paul non tornerà perché ha paura di sfidarmi… Prima ha perso con i piedi, poi con le mani, quindi è andato via. Il vero motivo per cui se n’è andato è questo e difficilmente ora torna”. Chi invece saluterà al 100% è Paulo Dybala, al quale l’allenatore toscano ha voluto dare un consiglio: “Dybala deve tornare a essere se stesso, c’è stato un momento in cui si è fatto trascinare dal fatto che era il nuovo Messi. Un giocatore non può emulare o pensare di essere come un altro. Ha ancora tanto da dare perché ha qualità tecniche straordinarie, gioca in modo divino”.
L’allenatore ha parlato anche di Dusan Vlahovic, il quale è arrivato lo scorso gennaio, ma ha già tutte le caratteristiche per guadagnarsi il ruolo di leader del futuro: “Dusan può essere un leader a modo suo, ha un carattere leale, vuole sempre vincere, più che con le parole, diventerà un leader carismatico in campo a livello caratteriale. Il campione non è quello che esce dallo spogliatoio, sconsolato, e chiama il procuratore. È quello che tira fuori l’orgoglio, ti dimostra che è ancora un campione e così in campo vince le partite”.
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