Non tutti i piloti hanno deciso di mettersi in ginocchio per sostenere la causa del Black Lives Matter. Poco prima del via del Gran Premio d’Austria di Formula 1, Leclerc e altri cinque sono rimasti in piedi.
Tutti con la maglietta addosso, ma alcuni non si sono inginocchiati. E tra questi ultimi spicca senza dubbio Charles Leclerc. Questo è il riassunto di quanto è avvenuto nella vigilia immediata del Gran Premio d’Austria, che ha aperto la più complicata stagione di Formula 1 della storia. Sono stati quattordici dei venti piloti schierati ai nastri di partenza della corsa, disputata oggi nel circuito dello Spielberg, a mettersi in ginocchio. Il motivo è sempre lo stesso, ovvero il sostegno al movimento Black Lives Matter contro il razzismo.
Le immagini sono state molto chiare. In prima fila c’è Lewis Hamilton, che già nei giorni precedenti alla ripresa delle attività aveva incitato il movimento della Formula 1 a fare qualcosa contro la piaga dilagante del razzismo. Al suo fianco altri piloti, ovviamente mantenendo la distanza di due metri prevista dalla Liberty Media, società che gestisce il Circus della Formula 1. Tutti i piloti avevano addosso la maglia con lo slogan “End Racism”, coniato proprio in questi giorni. Solo il campione del mondo ne indossava una con lo slogan originale, “Black Lives Matter”.
Tuttavia, nel plotone dei piloti pronti a far rombare i motori in Austria, Charles Leclerc ha scelto una via diversa. Quella di osservare il minuto di silenzio a capo chino e con le mani giunte, ma senza inginocchiarsi. Lo aveva fatto capire chiaramente pochi minuti prima di scendere in pista, con un tweet in cui chiariva in maniera eloquente la propria visione della situazione. “Contano i comportamenti quotidiani, non i gesti esteriori”, aveva twittato il pilota monegasco, che in gara è poi arrivato secondo dietro a Bottas e davanti proprio a Hamilton.
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È stato in ogni caso un minuto di raccoglimento molto toccante, anche per via dell’assenza di pubblico che ha accentuato il silenzio. Non sono arrivate particolari critiche nei confronti di Charles Leclerc, il quale era stato comunque molto chiaro. “Non mi metterò in ginocchio, ma questo non significa affatto che sono meno impegnato di altri nella lotta contro il razzismo”, aveva scritto. Poi l’accensione dei semafori, la gara con i mille colpi di scena, tra cui il ritiro di Max Verstappen. Le due safety car, la lotta tra le due Mercedes e l’incidente tra Hamilton e Albon che ha aperto la strada per il podio alla Ferrari. Insomma, la Formula 1 è tornata.