In molti non sono convinti riguardo alle reali cause della morte di Diego Armando Maradona. L’ex calciatore argentino, in base alle ricostruzioni dell’avvocato, non sarebbe stato assistito al meglio.
L’autopsia effettuata sul corpo di Diego Armando Maradona ha rivelato che l’ex calciatore è deceduto a causa di un arresto cardiocircolatorio provocato da una grave patologia al cuore pregressa. In molti, tuttavia, credono che si sarebbe potuto fare qualcosa per salvarlo. Gli ultimi giorni di vita del Pibe de Oro, dalle dimissioni dall’ospedale in cui era stato sottoposto ad un delicato intervento al cervello fino al decesso, sono infatti ancora un mistero. Adesso, a rivelare nuovi dettagli, sono stati l’avvocato dell’infermiera che ha assistito in quel periodo l’argentino e una psichiatra.
Uno degli interrogativi più importanti relativi alla morte di Diego Armando Maradona riguarda l’operato degli infermieri che si occupavano di lui presso la casa di Tigre. Gisela Madrid, infatti, ha rivelato di non avere mai visto il Pibe de Oro nel giorno del decesso. Lo avrebbe, piuttosto, “sentito muoversi nella sua stanza“, dove tuttavia non sarebbe mai entrata per controllare le sue condizioni di salute. Nonostante ciò, sarebbe stata “obbligata” (non è ben specificato da chi) a mettere a rapporto l’effettuazione del controllo.
La versione dell’infermiera è stata confermata in via legale dall’avvocato Rodolfo Baqué, il quale ha rivelato ulteriori dettagli in merito in un’intervista al quotidiano La Nacion. In particolare, ci sarebbe una spiegazione sul perché il controllo non è mai stato effettuato. Diego Armando Maradona era stato rinchiuso poiché non era in sé. Ma c’è di più. “Non era in grado di prendere decisioni – spiega – ed è stato rinchiuso nella sua stanza per tre giorni. È caduto ed ha sbattuto la testa proprio una settimana prima della sua morte, era mercoledì e nessuno lo ha portato in ospedale per una Tac“. In ogni caso la donna non avrebbe alcuna colpa. “Non è mai stata in grado di curarlo, nemmeno poteva prendergli la pressione. Ha solo potuto consegnare all’assistente di Maradona i farmaci psichiatrici rimanendo alla porta e controllando che glieli dessero“, ha aggiunto.
Un’altra persona sarebbe dovuta essere vicina a Diego Armando Maradona durante il periodo di convalescenza presso la casa di Tigre. Si tratta della psichiatra Agustina Cosachov. La donna aveva chiesto la continua presenza di una ambulanza nelle vicinanze dell’abitazione, ma non è mai stata ascoltata. È anche per questa ragione che Matias Morla, avvocato del Pibe de Oro, lamenta un ritardo nei soccorsi, che potrebbe essere stato fatale.
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Agustina Cosachov, nelle scorse ore, ha inoltre rivelato nuovi dettagli clamorosi sugli ultimi giorni di vita dell’argentino. La psichiatra, in particolare, ha affermato che al momento delle dimissioni dalla clinica Olivos, in cui era stato sottoposto all’operazione al cervello, il Pibe de Oro manifestava “chiari segni di astinenza da sostanze“. Non è ancora chiaro, tuttavia, di quale sostanze si tratti. Si potrebbe trattare di sostanze stupefacenti, come di semplici farmaci (come quelli psichiatrici che l’infermiera sostiene di avere lasciato per giorni davanti alla porta della stanza, senza verificare che l’ex calciatore li prendesse). Quel che è certo è che presentasse sintomi di squilibrio.
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