Mattia Binotto ripensa ai tempi in cui Michael Schumacher svolgeva i test per la Ferrari. E spunta la modifica della prima curva di Fiorano.
Mattia Binotto è uno dei fedelissimi tra le fila della Ferrari. L’ingegnere italiano ha scalato anno dopo anno le gerarchie della scuderia del Cavallino Rampante. Ora è diventato da un paio di stagioni il nuovo team principal, prendendo il posto del dimissionario Maurizio Arrivabene. Ma la sua storia a Maranello dura ormai da un quarto di secolo. E proprio ai suoi primi anni in Ferrari sono legati alcuni dei più bei ricordi della sua vita. Non solo perchè quelli erano gli anni vincenti della Rossa, ma anche perchè Binotto si legò a Michael Schumacher.
L’attuale capo tecnico della Ferrari, durante il podcast “Beyond the Grid” organizzato da Formula 1, ha raccontato un aneddoto. Il protagonista è ovviamente il campione di Kerpen, che obbligò i tecnici a modificare il circuito di Fiorano, ovvero la casa della Rossa. “In pista Schumi non era in grado di affrontare correttamente la prima curva del tracciato – racconta Binotto – e allora chiese a Jean Todt di modificarla. Non voleva proprio vederla, perché era totalmente diversa da qualsiasi altra curva del Mondiale. Da quel momento, Fiorano ha cambiato layout”.
Dunque Jean Todt fu costretto ad accontentare Schumacher, sotto gli occhi di un incredulo Binotto. Ma a prescindere da questo episodio divertente, l’attuale team principal ha sottolineato l’abnegazione al lavoro del sette volte campione del mondo. “Di solito nei test – svela Mattia Binotto – facevamo il giro di installazione alle nove e poi discutevamo il programma della giornata. Ma Michael alle otto era già pronto per scendere in pista. Fu allora, dal giorno del suo arrivo, che capimmo che dovevamo riunirci a quell’ora per stabilire il piano di lavoro”.
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Binotto e le pressioni in Ferrari
Poi Mattia Binotto ha parlato del suo compito di team principal in Ferrari. L’eredità di Maurizio Arrivabene, raccolta dopo aver lavorato come supervisore del propulsore, non è stata facile da raccogliere. Anche perchè le pressioni di un ruolo così importante in una scuderia storica del motorsport, sono tante: “La pressione c’era, senza dubbio. Con Sergio Marchionne avevi sempre il tuo cellulare accanto a te, giorno e notte. Perché se il capo manda un WhatsApp dovevi rispondere entro 30 secondi. Questo è il tipo di pressione a cui ti stava sottoponendo. Se non ti facevi trovare pronto immediatamente, allora era chiaramente un brutto inizio di giornata“.
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Dopo la scomparsa di Sergio Marchionne, a capo della Ferrari è arrivato Louis Camilleri. Il manager, che ha però lasciato nelle ultime settimane del 2020, ha lasciato un bel ricordo a Binotto. Anche sul piano del rapporto personale sul piano del lavoro: “Louis ha avuto un tipo di leadership completamente diversa da Marchionne. È stato un grande uomo, un grande amico. Comprendeva l’importanza di investire e sapeva aspettare. Normalmente quando stai investendo i risultati non sono sempre a breve termine. Più a medio, lungo, perché devi prima investire e poi ottenere il beneficio dell’investimento stesso“.