Dai verbali dell’inchiesta di Perugia emergono nuovi elementi: l’accordo tra Juve e Suarez, i dubbi sull’iter da calciatore comunitario di Paratici, i contatti con la ministra De Micheli (amica d’infanzia)
“Noi eravamo convinti, perché questo dicevano i siti specializzati che il calciatore avesse cittadinanza comunitaria e in particolare italiana in quanto aveva moglie e figli italiani ed era in Europa da 11 anni“, spiega il ds della Juve Paratici l’11 novembre 2020 ai pubblici ministeri Paolo Abbritti e Gianpaolo Mocetti e al procuratore Raffaele Cantone nell’ambito dell’indagine sull’esame farsa all’Università per Stranieri di Perugia. Il dubbio è forte: Luis Suarez poteva arrivare alla Juve da calciatore comunitario o extracomunitario?
Gli stralci dei verbali sull’inchiesta sono stati pubblicati da La Nazione sul proprio sito internet. Tre pagine di verbale raccontano per la prima volta i retroscena dell’acquisto, la verità della Juventus sullo scandalo e inchiodano il manager Paratici alla bugia che gli è costata l’iscrizione nel registro delle notizie di reato per false dichiarazioni al pm. Ovvero aver mentito sui suoi contatti con il ministro dei trasporti, Paola De Micheli, sua amica di infanzia.
Nei verbali sarebbe confermato il fatto che la Juve aveva in mano Suarez: “L’interlocuzione consentì di raggiungere un accordo del valore di circa 7,5 milioni di euro netti, comprensivi di un bonus di 1,5 milioni“, oltre a “bonus più difficili da raggiungere fino a un totale di 10 milioni di euro”. Poi viene fuori dai verbali ciò che non convince i magistrati: “Si chiede al dottor Paratici di riferire di sue eventuali interlocuzioni con il Ministero dell’Interno o altri Ministeri, sia con referenti amministrativi che politici aventi ad oggetto specificamente la richiesta della cittadinanza di Suarez”, è la domanda del procuratore di Perugia.
“La Juve aveva in mano Suarez, accordo per circa 7.5 milioni”
Paratici rispose: “Escludo di aver avuto contatti con il Ministero dell’Interno o con altri Ministeri. La mia partecipazione sulla vicenda si limita ad aver dato mandato all’avvocato Chiappero come già riferito”. Ma due giorni dopo gli stessi magistrati invitarono la ministra De Micheli a rispondere: “Ricordo che durante il calcio mercato fui contattata da Fabio Paratici. Premetto che, essendo piacentino e quasi mio coetaneo, è mio amico di infanzia e quindi abbiamo frequenti contatti. Mi contattò, mi pare il 3 settembre 2020, forse nel corso della mattinata. Mi disse che la Juve sta comprando Suarez e che l’accordo era quasi fatto”.
La De Micheli aveva aggiunto: “Paratici mi spiegò che non aveva il passaporto italiano, non si erano accorti che non aveva il passaporto comunitario, cosa che era emersa a trattativa quasi conclusa e che quindi il requisito della cittadinanza era indispensabile per il buon fine dell’operazione. Paratici mi disse che anche che Suarez aveva già presentato domanda al Consolato italiano di Barcellona per l’ottenimento della cittadinanza ma che la domanda non si era completata e che era necessario verificare se si potesse in qualche modo completare l’iter, chiedendomi a tale fine un supporto. Io risposi che, non avendo competenza, avrei contattato il capo di gabinetto del Ministero dell’Interno, cosa che feci subito”.
La ministra De Micheli: “Possiamo accelerare?”
Agli atti dell’indagine infatti ci sono quindi i messaggini scritti dalla ministra a Bruno Frattasi, capo di gabinetto: “So che oggi sei in giro. Ma la Juventus mi chiede notizie di questa richiesta di cittadinanza. Mi aiuteresti?”. E poi: “Trattasi di un giocatore che la Juve vuole comprare. Non ha fatto l’esame perché sta da 11 anni in Europa. Ma non lo ha scritto nella domanda. Quindi mi consigli di mettere in contatto la Juve con un tuo dirigente x accelerare????”.
Il contatto è l’avvocato della Juventus, Luigi Chiappero. Il legale infatti entrerà in contatto con la dirigente del Ministero, Antonella Dinacci, che riferisce: “L’Amministrazione, una volta accertata la sussistenza dei requisiti, può procedere al rilascio della cittadinanza anche prima dei tempi previsti dalla legge con l’obiettivo di venire incontro alle esigenze del richiedente”. Solo che poi la Juve fa marcia indietro e l’avvocato Chiappero non risponde più alle chiamate della Dinacci.
Perchè la Juve si è tirata indietro sull’affare Suarez? Forse – è questa l’ipotesi investigativa – i dirigenti sapevano delle intercettazioni e hanno cambiato strategia tra l’8 e il 14 settembre, tre giorni prima dell’«esame-farsa» all’UniStra per il certificato di conoscenza B1.