Inzaghi si gode Benevento: “Sento l’affetto, ma dobbiamo ancora salvarci”

Il tecnico della Strega sta vivendo una bella storia in Campania. Inzaghi ha detto la sua anche sulla lotta scudetto: “La Juventus resta favorita, ma Milan e Inter sono in corsa”.

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Inzaghi si gode il momento – meteoweek.com (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Filippo Inzaghi sta facendo un lavoro encomiabile alla guida del Benevento in questi due anni. Lo si è già visto nella scorsa stagione, quando la Strega ha portato a casa la promozione in Serie A al termine di un campionato all’insegna dei record. Ma come si dice in questi casi, il secondo anno è sempre quello più difficile. Non è così per la formazione campana, che sta per arrivare alla boa di metà stagione più vicina alla lotta per l’Europa che a quella per la salvezza. Un cammino straordinario, di cui Inzaghi è senza dubbio uno degli artefici.

Intervistato per l’edizione odierna del Corriere dello Sport, SuperPippo ha fatto capire che la situazione a Benevento lo rende felice e orgoglioso. Una situazione in cui si sta vedendo la sua impronta, in cui gli uomini stanno prevalendo sui calciatori: “La soddisfazione maggiore del mio nuovo ruolo è misurare la crescita dei miei giocatori da quel punto di vista. Con la convinzione si raggiungono traguardi insperati e comunque, se uno ci crede e dà tutto se stesso, sarà sempre a posto con la coscienza. La pensavo così da giocatore, la penso così da allenatore“.

Inzaghi sottolinea l’importanza dell’impegno nel mondo del calcio. Anche più del talento, che da solo non basta: “C’è chi nasce fortunato. Eppure ho visto tanti talenti che si sono persi per strada o calciatori “normali” che hanno raggiunto traguardi importantissimi. Senza talento fai fatica, è vero. Ma il talento va anche allenato“. E anche il ruolo dell’allenatore va valutato nella maniera giusta, sia nelle vittorie che nelle sconfitte: “Quando vinci sei sempre visto come un fenomeno che sa dominare tutto dalla panchina – dice Pippo – . Quando perdi non capisci niente e sbagli i cambi: ho visto allenatori vincere Champions eppure venire esonerati…“.

Il lavoro di Inzaghi a Benevento sta dando i suoi frutti. Anche perchè c’è un grande apporto da parte degli elementi dell’organico: “Io ho giocatori forti, un gruppo sano, una società che mi dà estrema fiducia e mi fa lavorare al meglio. Io cerco di portare la mia impronta calcistica e le mie regole. Vale sempre quella battuta: gli allenatori devono fare meno danni possibili…“. Il mister della Strega ha vissuto momenti magici da giocatore, ma ne sta vivendo di altrettanto forti allenando in provincia: “Sono passato dalla serie A alla Lega Pro e quelle sono le trasferte più belle fatte da allenatore. Sono uno che ancora ha i brividi se pensa al Viareggio vinto con il Milan, proprio quando sarei dovuto andare ad allenare il Sassuolo al posto di Malesani, prima che Galliani fermasse tutto“.

Il legame tra Inzaghi e il club

Il gruppo abbraccia il suo condottiero – meteoweek.com (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Il mantra di Filippo Inzaghi da allenatore sta venendo fuori chiaramente a Benevento. Il mister non vuole una squadra esageratamente offensiva, ma bensì una che sappia stare bene in campo: “Non dovendo vendere nulla, penso solo a mettere la squadra nelle condizioni ideali per esprimersi al meglio. L’anno scorso in B avevo una squadra molto più forte di tante altre e allora potevo giocare in un certo modo. Quest’anno devo cercare la giusta compattezza per far reggere ai miei l’impatto con la categoria. Prendere 4-5 gol e sentire dire che il Benevento gioca il calcio più bello del mondo proprio non mi interessa. Voglio che si parli di squadra moderna, che sa attaccare e difendere a seconda del momento“.

E poo c’è l’aspetto legato alle pressioni, che ci sono nelle grandi piazze così come in provincia: “Le pressioni e le critiche sono sempre le stesse, qui o in una città come Milano, e le metti sempre in conto“. Ma a Benevento si lavora bene, specialmente se hai una dirigenza che crede in te: “Sono arrivato qui per il mio rapporto con il diesse Pasquale Foggia: mi voleva già in passato, mi ha permesso di portare con me tutto il mio staff, un gruppo che mi aiuta a fare la differenza perchè vive il calcio come lo vivo io. Lui ha insistito con il presidente, poi ho incontrato Vigorito ed è nata la scintilla. Sento tanta responsabilità nei loro confronti“.

Si passa poi all’analisi dei singoli che tanto bene stanno facendo a Benevento. In primis Gaetano Letizia. Il terzino si è fatto male nei giorni scorsi, interrompendo un bel momento di forma che gli è valso l’attenzione delle big e del ct Roberto Mancini. “Gaetano si è fatto male nel momento migliore – dice Inzaghi – , proprio quando si parlava di Nazionale: dispiace perchè è un ragazzo vero, come ce ne sono tanti in questo gruppo, altrimenti non sarebbero arrivati tutti quei record in B. Al di là di una chiamata all’Europeo, il fatto che in tanti si siano accorti di lui è bello, lo meritava. Lo aspettiamo presto“.

L’infortunio di Letizia è solo uno dei problemi che riguarda il Benevento sul piano dell’organico. Ma Inzaghi non si piange addosso: “Chi fa le coppe ha una rosa attrezzata, noi con l’Atalanta siamo arrivati corti e l’abbiamo scontato. Spero già da domenica, però, di avere qualche freccia in più“. Anche perchè la sua squadra è raramente mancata sul piano del gioco e del rendimento, a prescindere dall’avversario: “A parte lo Spezia, le altre le abbiamo giocate alla grande, non vedo un picco. E anche con l’Atalanta abbiamo retto facendo esordire Pastina, un 2001 che ha trovato subito l’assist, e schierando Di Serio e Foulon che è un ’99“.

Inzaghi e la lotta per lo scudetto

Non può mancare un parere sulla lotta per lo scudetto, per uno come Inzaghi che ne ha vinti quattro. E proprio le sue due ex squadre in corsa, Milan e Juventus, se la giocheranno fino alla fine secondo SuperPippo: “Alla lunga dico che la favorita resta la Juve, per la forza della rosa che ha a disposizione. Ma mai come quest’anno il campionato è aperto e il Milan ora non è più una sorpresa. Se vinci senza Ibra, senza Kjaer, senza Bennacer, vuol dire che la squadra è cresciuta e il club ha preso giovani di qualità. L’Inter ha il vantaggio, per così dire, di essere fuori dalla Champions: con la rosa che ha, non può non lottare per lo scudetto“.

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Un’altra squadra che ha segnato la carriera da calciatore di Inzaghi è l’Atalanta. Ci sono parole al miele da parte sua per i nerazzurri, ma anche per altre realtà delle zone alte della classifica: “L’Atalanta mi ha fatto una grandissima impressione: ha forza e qualità, può lottare fino alla fine. Anche la Roma potrebbe inserirsi, con Napoli e Lazio un po’ outsider. Ma in questo campionato ognuno pagherà qualcosa, tra infortuni e Covid. E vale anche per la salvezza: penso che il Genoa abbia scontato il focolaio di inizo stagione. E poi c’è il discorso degli stadi vuoti: senza pubblico, certe trasferte diventano più abbordabili“.

Mercato aperto

Oreste Vigorito, Pippo Inzaghi e Pasquale Foggia – meteoweek.com (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images for Lega Serie B)

Un altro tema caldo è quello del mercato. In casa Benevento ci si sta pensando eccome: “Ne parlo quotidianamente con Foggia, abbiamo le idee chiare ma la mia priorità è Crotone. Questo gruppo va salvaguardato, se arriverà qualcosa dal mercato saranno giocatori in grado di aumentare il tasso tecnico e morale della rosa. Sappiamo che salvarci sarà difficilissimo nonostante l’attuale classifica“. Ma i primi ‘innesti’ per la Strega potrebbero essere Nicolas Viola e Iago Falque, a lungo assenti: “Facevamo grandissimo affidamento su di loro ci daranno tanto e saranno i primi acquisti di gennaio. Sono in gruppo, i problemi sembrano risolti: hanno personalità e grandi doti tecniche“.

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Uno dei pochi a deludere, finora, è stato Gianluca Lapadula. La punta peruviana non sta rendendo al massimo sul piano realizzativo. Ma Inzaghi punta su altre caratteristiche da parte dell’ex milanista: “Su Lapadula dico questo: conta avere occasioni da gol, e lui le ha sempre avute, e non importa se non riesci a segnare, è capitato anche a me. Per il nostro modulo, con due trequartisti e una punta centrale, sfruttiamo gli inserimenti delle mezzali e cerchiamo di portare in area il maggior numero possibile di giocatori. Nelle mie squadre non c’è mai un capocannoniere che si stacca rispetto agli altri e il non dipendere da un solo realizzatore è un pregio. Così come il non dipendere in generale dai singoli: abbiamo giocato delle gare con tante assenze e non me ne sono accorto“.

Lotta dura per salvarsi

Si passa alla lotta per la salvezza. Il Benevento vi è dentro nonostante l’ottima classifica. Anche perchè altre squadre, secondo Inzaghi ne usciranno fuori presto: “Torino e Fiorentina sono lì per sbaglio, non le conterei nella lotta salvezza. Ma questo ti fa capire quanto la classifica sia corta. A Crotone avremo una partita complicata, contro una squadra che ha assoluto bisogno di vincere. Leggo che Stroppa è in bilico, mi dispiace per l’amico e il collega, comprendo le sue difficoltà. Conosco bene anche Giampaolo: quando ero fermo, sono andato a osservare lui e Gasperini dopo mio fratello Simone, che è un grande“.

E poi c’è il legame tra Filippo Inzaghi e Benevento. Un legame reso forte dai risultati, ma anche dall’affetto che SuperPippo ha sentito fin dal primo giorno in Campania: “La mia prima esperienza al Sud, dove ho sempre trovato un affetto incredibile. Vivo la città, sento l’affetto, sento che la gente beneventana è orgogliosa di questa squadra dopo i tanti record che ha stabilito. E questa è un’altra storia rispetto alla serie A del 2017. Vogliamo diventare dei rompiscatole, siamo riusciti a ottenere risultati importanti contro le big. Ma senza tifosi, senza lo stadio pieno, non è la stessa cosa. Senza pubblico non esiste il calcio: lo aspettiamo presto“.