Il coach del Bayern Monaco parla alla vigilia della sfida contro l’Olimpia Milano. Trinchieri sgancia una bomba nei confronti del movimento cestistico italiano.
Andrea Trinchieri si prepara ad affrontare, per la prima volta da avversario, una formazione italiana in Eurolega. Il coach del Bayern Monaco ha preparato per bene la sfida contro l’Olimpia Milano, una delle formazioni più in forma della competizione. La gara contro i bavaresi si trova in un momento molto fitto del calendario dei meneghini, che ieri hanno giocato il recupero di campionato contro Cremona. Ma per Trinchieri sarà soprattutto un momento molto importante. Per uno come lui, che in Germania ha trovato la sua dimensione, sarà interessante tornare in Italia.
L’ex allenatore – tra le altre – di Cantù ha rilasciato alcune dichiarazioni per il Corriere della Sera. E fin dall’inizio ha fatto capire quanto sia una questione di amore, e non di odio, affrontare una squadra italiana. “Quando ritrovo la mia città e il mio ex club è solo per vincere su un campo di basket – dice Trinchieri, che a Milano è stato assistant coach dal 1998 al 2004 – . Ci proverò pure stavolta, all’andata perdemmo in volata. Ma subito dopo finirà tutto: se si giocasse davanti al pubblico, conoscerei metà della gente che va al palasport. E questo non posso rinnegarlo“.
Tra le altre cose, il Bayern Monaco è messo bene in Eurolega. E Trinchieri gonfia il petto nel parlarne: “Se guardate l’alta classifica, c’è un intruso: siamo noi del Bayern. Se nell’Eurolega ti guardi indietro con soddisfazione, ti arriva un camion addosso. Però mi tengo stretta la mia squadra, sapendo che ci saranno buoni e cattivi momenti“. Anche perchè, rispetto all’estate in cui la squadra ha preso forma, tante cose sono cambiate. “Nella pre-stagione sembravamo degli scappati di casa e perdevamo perfino all’oratorio. Questo ha creato un senso di urgenza: ho ribaltato tutto, i giocatori ci hanno creduto“.
Trinchieri, un italiano a Monaco
Andrea Trinchieri si fa notare, oltre che per le sue doti da allenatore, anche per il suo carattere molto focoso. Ne ha fatto le spese, alcuni giorni fa, il suo giovane giocatore Rudan. Il coach è tornato sull’argomento: “A volte un allenatore caccia un giocatore: l’ha fatto ad esempio Obradovic con Bjelica. È un modo estremo, esauriti altri tentativi, per spiegare che ci vuole poco a buttarsi via“. E ora come si sono messe le cose? “Ho avuto risposte per due giorni, al terzo siamo tornati indietro. Peggio per lui: Matej rischia di scoprire che lo sport è spietato“.
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Più in generale, Trinchieri è molto fiero e orgoglioso del percorso che sta facendo da allenatore. Rigorosamente fuori dall’Italia, iniziando da commissario tecnico della Grecia e passando da Russia, Serbia e infine Germania. Ma non ci sono obiettivi certi per il futuro: “Vivo il momento: sono tornato in Germania come se non ci fossi mai stato, volevo godermi la nuova esperienza senza preconcetti. Non è facile capire quel che succederà. Quella del Bayern è una sfida pazzesca: non sono importanti i risultati — vincere è un’ambizione, mai un obiettivo — ma è fondamentale che io sia nella versione migliore di me stesso“.
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Come detto, Trinchieri sta trovando fortuna fuori dall’Italia. E alla fine della sua intervista ha sganciato una bomba non da poco, nei confronti dello sport italiano. Un movimento che fa fatica a risollevarsi, anche per una gestione tutt’altro che di livello: “Lo sport è sempre una foto della società e della politica. La nostra situazione, aggravata dall’emergenza, è drammatica: non riusciamo a mandare i ragazzi a scuola, non sappiamo programmare da mattina a sera, viviamo da anni una mostruosa deriva socio-culturale. Ma siamo meglio di così. Anzi, no, ho detto una bugia: eravamo meglio. Adesso ci meritiamo questo: come possiamo sperare di far crescere lo sport?”.