Il nuovo capitano azzurro di Davis mostra tutta la sua emozione per l’incarico. Volandri ammette di puntare sui giovani ma anche sui più esperti. E confida in un futuro luminoso per Sinner.
Filippo Volandri è il nuovo capitano non giocatore della nazionale italiana che giocherà la prossima Coppa Davis. L’ex tennista di Livorno, che a lungo è stato portacolori della compagine azzurra da giocatore, raccoglie l’eredità di Corrado Barazzutti. Queste le sue prime dichiarazioni, rilasciate per la Gazzetta dello Sport: “A dire il vero ho dormito pochissimo, non solo per l’emozione ma soprattutto perché ho voluto parlare con tutti i giocatori. Uno per uno, dai più ‘piccoli’ ai più esperti. Voglio improntare da subito un rapporto di grande unità e franchezza“.
Volandri, come detto, è stato un giocatore più che valido. Per tanti anni nella sua carriera è stato lui il primatista tra gli italiani nel ranking mondiale, ondeggiando tra la 25esima e la 40esima posizione. Ma non si può fare un paragone tra vivere la Davis da giocatore e farlo da capitano: “È un compito così importante che a pensarci mi vengono i brividi. È vero che sono stato per tanti anni in Nazionale come giocatore, ma non è minimamente paragonabile a essere capitano. La responsabilità diventa enorme“.
Subito dopo aver smesso di giocare, Filippo Volandri si è messo a disposizione della Federazione. È stato direttore tecnico prima di ricevere questo importante incarico. Lui stesso è molto riconoscente ai tecnici e alle persone che lo hanno formato, Personalità di un certo calibro: “Grazie alla federazione sono riuscito a costruirmi una squadra importante di professionisti che hanno già aiutato giocatori come Berrettini, Sonego, Musetti. Parlo, tra gli altri, del tecnico Umberto Rianna, del preparatore Stefano Barzacchi e di tutto il resto del mio staff“.
Il nuovo capitano non giocatore azzurro è consapevole di avere tra le mani una squadra molto valida. E non teme l’influenza dei giocatori più esperti, che vedono arrivare dalle retrovie tanti giovani di belle speranze. Anzi, Volandri conta proprio su di loro e sul bagaglio di esperienza: “Dalle loro parole ho capito che ci sarà grande collaborazione: per me è l’ingrediente più importante in una squadra. Capisco che siano ancora legati a Barazzutti, anche io lo sono. È stato lui a farmi esordire e mi ha insegnato moltissimo. In più so bene cosa voglia dire una settimana di Davis: è come giocare quattro tornei di fila“.
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Ma come sarà l’Italia che giocherà la prossima Coppa Davis? Volandri prova a dare qualche assaggio: “Un’Italia unita. Mi piace che si discuta all’interno della squadra, che ci si confronti anche se alla fine le decisioni e le responsabilità le prendo io. Però, voglio che tutti si sentano protagonisti della Nazionale. Non solo i giocatori ma tutti, dai bambini di sei anni agli anziani di 90. L’Italia di tutti”. Volandri ha speso qualche parola anche sugli astri nascenti, Jannik Sinner e Lorenzo Musetti: “Jannik ha dimostrato la sua maturità e ha un grande attaccamento al lavoro. Non potrà che crescere ancora. Musetti ha ancora bisogno di un po’ di tempo per il suo tipo di tennis, ma i suoi progressi sono stati straordinari e ne siamo entusiasti“.
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In chiusura della sua prima intervista da capitano non giocatore, Filippo Volandri ha provato a fare un po’ il punto della situazione. Ci sono già alcuni eventi da seguire con attenzione, anche in vista dei prossimi Australian Open. Ma per il momento “Filo” non ne seguirà nessuno dal vivo: “Per ora no, visto che giochiamo a fine stagione. Però ho già in mente di andare io a ‘casa’ loro: voglio coinvolgere gli staff e gli allenatori. Pochi giorni prima che partisse per l’Australia, sono andato a Bordighera da Sinner, poi continuerò il mio ‘tour’ tra i giocatori“.