Nadal risponde alle lamentele dei colleghi: “L’Australia va ringraziata”

Il campione spagnolo ammette che le condizioni per i tennisti non sono così difficili. Nadal parla comunque di situazione complicata, ma dice: “C’è chi se la passa peggio di noi”.

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Rafa Nadal è pensieroso – meteoweek.com (Photo by Clive Brunskill/Getty Images)

Continua a tenere banco la situazione che stanno vivendo diverse decine di tennisti in Australia. Dopo il loro arrivo nella terra dei canguri, molti giocatori sono stati costretti a svolgere l’isolamento nelle rispettive stanze di hotel. Una situazione di grande protezione dal pericolo rappresentato dal Covid-19, ma anche un problema dal punto di vista organizzativo. Anche perchè tra pochi giorni prenderanno il via gli Australian Open, e molti di questi atleti non hanno mai giocato nè svolto allenamenti in questi giorni.

Una situazione complicata, ma che Rafa Nadal non si sente di criticare così aspramente. Il campione spagnolo, durante una video-intervista svolta su Twitter, ha fatto capire che, per quanto grande sia il problema sul piano spotrtivo, c’è poco da lamentarsi sul fronte sanitario. “Ovviamente – ha detto Nadal – è una situazione molto diversa dal solito, molto stressante, ma almeno siamo qui e abbiamo la possibilità di giocare. Il mondo sta soffrendo. Non possiamo lamentarci. Dobbiamo ringraziare tennis Australia e la comunità australiana per averci accettato dentro il Paese, per essere qui. Loro sono stati sotto forti restrizioni per mesi ma almeno siamo qui e possiamo competere”.

Nadal si rende conto delle difficoltà che i suoi colleghi stanno vivendo sul piano fisico e atletico. Ma al tempo stesso non se la sente di criticare l’organizzazione, che sta dando grande attenzione all’aspetto sanitario e di sicurezza dei soggetti. “Ovviamente è una situazione complicata – ammette il maiorchino – , specie per i 72 che sono in quarantena. Ovviamente non è una situazione ideale per loro e mi dispiace molto. Ma sapevamo che le misure qui sarebbero state molto severe. L’Australia è uno dei Paesi che si è mosso meglio in questa pandemia, uno dei migliori esempi su come hanno reagito a questa difficoltà“.

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Naturalmente il numero 2 delle classifiche mondiali ha provato a mettersi nei panni degli altri atleti costretti all’isolamento. Al tempo stesso, però, ha provato a vedere la cosa da un altro punto di vista. Restare chiusi in camera è difficile, ma non è la fine del mondo: “È normale che qualcuno possa lamentarsi per certi aspetti. Tuttavia, dall’altra parte se provi a vedere le cose con un’ottica diversa, ti rendi conto della situazione. Puoi dire ‘ok, non sono contento di rimanere chiuso in camera per 14 giorni senza la possibilità di fare la mia normale’. Ma non finisce tutto lì“.

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Anche perchè ci sono situazioni ben più gravi e difficili da vivere, rispetto a quelle dei tennisti in isolamento. E Nadal, in chiusura del suo intervento, tira in ballo le decine di migliaia di morti per Covid in giro per il mondo: “Bisogna anche considerare quanta gente ha sofferto, quanta gente è morta, quante persone non hanno avuto nemmeno la possibilità di poter vedere i propri cari per dargli un ultimo saluto. In Spagna è così. Persone vicino a me hanno passato questa esperienza. Quando senti queste cose hai l’obbligo di vedere le cose in maniera un po’ più positiva“.

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