Guidolin parla dell’attesissimo derby del Triveneto in programma domenica. E c’è molta curiosità per il debutto del centravanti spagnolo. Su Juric, il tecnico dice: “Ha dato la sua impronta al Verona”.
Udinese contro Verona non è solo una delle partite più interessanti della ventunesima giornata del campionato di Serie A. È anche e soprattutto il derby del Triveneto, una gara che dal punto di vista territoriale è molto sentita. Di questa partita ha voluto parlare Francesco Guidolin, tecnico che ha scritto la storia della formazione friulana a più riprese. Da qualche stagione, l’allenatore di Castelfranco Veneto è rimasto ai margini, più che altro per scelta personale. Ma Guidolin non ha smesso di seguire il calcio, soprattutto quello italiano.
Guidolin è stato intervistato dai colleghi del Messaggero Veneto. Ha voluto esordire parlando del grande assente di questo derby, ovvero il pubblico. Un problema che assilla il calcio mondiale al tempo della pandemia: “Nel calcio moderno il fattore campo è venuto meno già da anni e l’assenza del pubblico sta avendo il suo peso. Anche per questo motivo Udinese-Verona sarà partita aperta e da tripla, con il rammarico personale di non poterci essere e di non poter vedere dal vivo anche il ritorno di Llorente, un campione che sono sicuro farà bene all’Udinese“.
Il tecnico ha provato a ‘giocare’ la partita sulla carta. E non riesce a trovare un favorito: “La partita è da tripla, senza dimenticare che l’assenza di De Paul sarà pesante e che il Verona non verrà a chiudersi, ma giocherà la sua gara con grande determinazione“. Ma come stanno Udinese e Verona? Guidolin risponde: “Ritengo che la vittoria di Spezia sia stata molto importante in chiave salvezza per l’Udinese, che adesso è sulla strada giusta e può costruirsi una classifica tranquilla, puntando poi a fare emergere le qualità di una rosa che garantisce molte possibilità a un Gotti che mi sembra attento, equilibrato e saggio“.
Il segreto del Verona si chiama Ivan Juric. Da collega, Guidolin espone il suo pensiero sul mister slavo: “Penso che il merito principale sia dell’allenatore che ci ha messo un po’ ad arrivare e che sa dare la sua impronta. Il Verona è squadra molto generosa e aggressiva, compatta e la ritengo la sorella dell’Atalanta per come vuole esprimersi“. E a sua disposizione c’è anche Kevin Lasagna: “È un giocatore che deve sfruttare la velocità e l’attacco alla profondità, che non so se sia meglio far giocare da solo o meno, ma che di certo entra in un meccanismo già ben oliato“.
Guidolin e l’amore per Llorente
Si passa al versante Udinese. E a proposito di calciomercato, la sessione di gennaio ha portato in bianconero Fernando Llorente. Un giocatore talmente gradito a Guidolin, che lo stesso allenatore lo definisce suo: “Mio perché lo volli portare allo Swansea e non mi sbagliai perché col suo contributo ci salvò. Qui ci troviamo di fronte a un campione e penso che l’Udinese abbia fatto un grande colpo prendendo un giocatore di primissimo livello. Da Fernando mi aspetto quattro mesi da campione a Udine“.
Leggi anche -> Udinese, ufficiale l’arrivo dal Napoli di Llorente: scelto il numero di maglia
A proposito del cannoniere spagnolo, che ha lasciato Napoli non senza polemiche, il mister di Castelfranco Veneto ha delle lodi da tessere. Se non si fosse capito a sufficienza, Guidolin è un grande estimatore del nuovo centravanti bianconero: “Anche lui compie gli anni ogni dodici mesi, ma è anche vero che non ha giocato molto nelle ultime due stagioni e quando si gioca poco ci si arrabbia, ma ci si allunga anche la carriera. Io l’ho visto bello tirato, ma avrà bisogno di giocare. Anche allo Swansea arrivò all’ultimo giorno di mercato e gli ci vollero tre, quattro partite“.
Leggi anche -> Verona, Lasagna: “voglio l’Europeo, strano affrontare subito l’Udinese”
Ma quali sono le doti di Llorente che hanno fatto innamorare calcisticamente Francesco Guidolin? Ci pensa il diretto interessato a svelarle, facendo capire che l’età non deve essere necessariamente un problema: “Ha classe, qualità e tecnica, non solo fisicità. Detto questo, Gotti può giocare a tre e a cinque o a quattro con due esterni davanti, o con una mezza punta. Fernando ti consente di giocare palla a terra e anche alta per la spizzata, un po’ come sa fare Ibrahimovic e come sapeva fare Bierhoff, a cui somiglia“.