Vinatzer: “Ho un problema agli occhi, ma sono positivo. Cortina? Tosta”

Alex Vinatzer si racconta a margine dell’inizio dei Mondiali di Cortina. Lo sciatore azzurro, a soli 21 anni, avrà una grande responsabilità. Le sorti dell’Italsci maschile saranno infatti affidate ai suoi guizzi nello slalom.

alex vinatzer
Alex Vinatzer festeggia il suo primo podio in Coppa del Mondo a Zagabria Sljeme (Photo by Christophe Pallot/Agence Zoom/Getty Images)

Ventun anni e ha già conquistato una medaglia d’argento dei Mondiali juniores di Davos nel 2018 e una d’oro dei Mondiali juniores in Val di Fassa nel 2019, nonché un bronzo in Coppa del Mondo, ottenuto a gennaio 2020 a Zagabria Sljeme. Alex Vinatzer a partire da domani sarà al Mondiale di Cortina d’Ampezzo per rappresentare l’Italia nello slalom. Qualche settimana fa è già stato nella pista per testare il muro della Col Drusciè A e sa che non sarà semplice, ma intende dare il massimo.

Alex Vinatzer si racconta

Alex Vinatzer, in un’intervista rilasciata a SportWeek, inserto settimanale della Gazzetta dello Sport, ha parlato del momento che lo sci azzurro sta vivendo. “È un peccato che la Nazionale non stia andando tanto bene. Quanto alla pressione, io sto cercando di fare il meglio possibile, peraltro non ho neanche il tempo per farmi troppe domande. Forse sento questo fardello soltanto in modo indiretto. È naturale che se la squadra non va bene la pressione salga, non solo su di me“. E sulle reazioni da avere: “A dire la verità sono in Coppa del Mondo da così poco tempo che queste, forse, sono le prime settimane in cui veramente avverto che non mi sta girando bene. Di solito la prima reazione, anche in passato, era: basta, adesso non ho più voglia, mi sdraio a letto. Adesso invece sto imparando che sì, il momento di delusione ci può essere, ma il giorno dopo bisogna riprendere con fiducia. Continuando a insistere sulle cose che stanno funzionando e, allo stesso tempo, analizzando le altre per farle meglio. In ogni caso mi impongo sempre un pensiero: avere fiducia in me stesso“.

A novembre lo sciatore italiano è stato fermato da un problema all’appendicite, che lo ha costretto ad operarsi. Al ritorno in pista è arrivato però il trionfo. “In effetti a un certo punto pensavo che fosse dura poter partecipare a Campiglio e Badia. I tempi di recupero erano veramente stretti. Peraltro non stavo neanche sciando benissimo in allenamento, di conseguenza pensavo di non fare troppo bene in gara, invece… Però è difficile dire se la mancanza di tensione mi faccia sciare meglio. Probabilmente ho voluto fare troppo anziché concentrarmi sull’essenziale. Sbagliando mi sono innervosito e così ho sforzato come non avrei dovuto”.

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E sulle quattro inforcate nelle prime quattro gare: “Su questo stiamo lavorando anche con un allenamento visivo, lo sto facendo ma inizierà a dare i suoi frutti solo verso la fine della stagione, avrei forse dovuto iniziare prima. L’oculista mi ha riscontrato una tendenza exoforica (una sorta di strabismo latente, ndr), in pratica a me le cose sembrano più distanti di quel che sono in realtà. Non è roba da poco. Vedere il palo più lontano di quello che è… Da quel che mi hanno spiegato, si tratta di un problema della vista. Ma non ho bisogno di graduare le lenti, io ci vedo bene”.

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Alex Vinatzer durante lo slalom a Schladming (Photo by GEORG HOCHMUTH/APA/AFP via Getty Images)

Vinatzer tra pista e vita privata

Lo sciatore azzurro al momento sta lavorando tanto su se stesso, in pista e non solo. Sono una persona molto volitiva, molto positiva, cerco sempre di dare il massimo in quello che faccio. Come difetto, ma solo da sciatore, sono un po’ impaziente quando qualcosa non va. Fuori dalla pista pazienza ne ho. Evidentemente i tempi e i modi nello sci sono troppo corti rispetto alla vita reale, per questo reagisco in modo diverso. Esistono due Alex completamente diversi. Come atleta sono molto competitivo, cerco di fare tutto in modo perfetto e non tralasciare i dettagli. Nella vita di tutti i giorni sono uno tranquillo, spontaneo, insomma ho un approccio completamente diverso.

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E aggiunge: Negli ultimi anni ho iniziato a pensare che per essere un atleta bisogna essere fatto in un modo e che lontano dalle gare, invece, mi aiuta molto di più essere un’altra persona. Più me stesso. Ovvero: per essere uno sciatore non devo snaturarmi anche se praticare questo sport, che coincide con la mia passione, mi diverte sempre tanto. Ahimè col passaggio al professionismo sto anche diventando un pochino scaramantico, cosa che prima non ero affatto. A forza di sentire certe frasi… ‘Mi raccomando, non uscire‘, ‘Adesso vai a vincere’. Prima non ci facevo caso, invece sai che adesso inizio a tenermi in testa queste parole.

Sci e Covid-19

Alex Vinatzer, infine, si è espresso in merito ai cambiamenti che la pandemia di Coronavirus ha causato al mondo dello sci professionistico. In primis in relazione all’assenza di pubblico durante le gare. È meno bello. C’è meno socialità, ognuno vive da rinchiuso. Certe volte neanche sembra che si stia partecipando a una gara di Coppa del Mondo. Alla partenza e all’arrivo il pubblico mi manca perché sono i soli momenti in cui un po’ mi accorgo di quanto ce n’è e quanto sia rumoroso. Per il resto non ci faccio caso, mentre scendo ho così tante cose cui pensare. La chiosa è dedicata poi al Mondiale, che avrà inizio domani, e in particolare sulla pista di Cortina: Completamente ripida, veramente tosta. È stata una fortuna essere riuscito a testarla prima, a poterla provare e riprovare. Se l’avessi scoperta direttamente per la gara, mi avrebbe portato a nutrire più rispetto del dovuto.