L’avventura di Musa Barrow tra le fila dell’Atalanta, squadra in cui è cresciuto, non è stata soddisfacente. L’attaccante, oggi in forza al Bologna, ha parlato del rapporto mai idilliaco con il tecnico Gian Piero Gasperini.
In una stagione e mezza in Serie A, 44 presenze e 14 reti. Musa Barrow sta vivendo un momento d’oro tra le fila del Bologna, ma la sua esperienza in Italia non è sempre stata rose e fiori. L’attaccante gambiano, infatti, è cresciuto nelle giovanili dell’Atalanta, senza però trovare mai grandi spazi in prima squadra. Sia per la spietata concorrenza nel reparto avanzato, sia per la presenza in panchina del tecnico Gian Piero Gasperini, con cui non si è trovato umanamente bene. Adesso, tuttavia, la storia è molto diverta. Alla corte di Sinisa Mihajlovic il classe ’98 ha ritrovato la felicità e vuole puntare in alto.
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Barrow, il confronto Gasperini-Mihajlovic
Musa Barrow, in una lunga ed interessante intervista rilasciata al Corriere dello Sport, si è raccontato tra passato, presente e futuro. Prima di tutto, però, ha voluto chiudere il capitolo Atalanta, spiegando il motivo della rottura avvenuta a gennaio dello scorso anno: “Gasperini mi ha portato in prima squadra ed ho iniziato bene con una tripletta. Tanto che il mister non voleva un altro attaccante. Poi presero Zapata per farmi da secondo. Prime cinque partite ho giocato io. Poi, lui è entrato a Bologna e non si è fermato più. Gasperini a me chiedeva tanto, ma non mi capiva“.
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E aggiunge: “L’allenatore deve sapere come è fatto un giocatore. Dico come uomo. Se ti stimola, ti fa stare bene. Con Mihajlovic parliamo sempre, si arrabbia, ma se sbaglia mi chiede scusa. Anche a noi giovani. Ho più rapporto con lui che con Gasperini. Quest’ultimo vuole il risultato, è duro. Non mi capiva. Da Mihajlovic vado e dico: mister possiamo parlare? E lui: certo. Mi ascolta, mi dà consigli e mi dice cosa devo chiedere a me stesso“. I due allenatori sono diversi anche in relazione al campo: “Mihajlovic cerca sempre di fare la sua partita. Palla a terra e via. Anche col Barcellona. Gasperini gioca uno contro uno, ognuno ha il suo marcatore“.
Gli obiettivi di Musa
Adesso, tuttavia, il principale obiettivo di Musa Barrow è quello di dare mostra delle sue qualità: “Quest’anno non è finito. Posso ancora andare in doppia cifra. Ho fatto cinque gol, l’anno scorso nove. Ho dodici partite per arrivare a dieci. Mihajlovic crede nel mio talento, dice che potrei essere anche una prima punta. Mi dice: ‘Devi sentire il difensore. Se non senti il difensore, ti porta via la palla’. Ci sto provando. Ho iniziato mezzala, poi esterno. Mi chiamo Musa. Il mio nome significa ‘uno che non ha paura‘”. E quando resta in panchina, non la vive bene: “Non penso che a quando devo entrare. È bruttissimo stare in panchina ma ogni tanto ti tengono lì per farti capire che hai sbagliato”. Infine, una battuta sui calci di rigore: “Ora li tira Orsolini ma se me ne capita un altro e sono in campo voglio tirarlo”.