Archiviata (si fa per dire) la scoppola di Manchester, la Roma prova a rimettere la testa al campionato. Ma Fonseca è sempre più solo. I Friedkin si stanno preparando ad attuare una vera e propria rivoluzione societaria.
Non è un bel clima quello che si respira attorno alla Roma, a poche ore dal match contro la Sampdoria. Paulo Fonseca pare diventato ormai un ex, con l’ombra di Maurizio Sarri che si fa sempre più incombente.
I Friedkin sono molto delusi dai recenti risultati in campionato e la Caporetto di Manchester li ha ulteriormente incupiti. Ci sarà un nuovo incontro con l’entourage di Sarri prima del ritorno di Europa League, dopo la riunione avvenuta qualche giorno fa, in cui però non è ancora arrivato il sì definitivo. Da quanto trapela, Sarri spingerebbe anche per portare nella Capitale un dirigente di sua fiducia, profondo conoscitore delle dinamiche del nostro calcio, il cui nome al momento non è dato sapere.
Ma non c’è solo il tecnico in discussione. A quanto pare di capire, lo scossone che i Friedkin si starebbero preparando ad assestare all’attuale organigramma societario si preannuncia forte. Appesi ad un filo anche medici e preparatori atletici, visto l’impressionante numero di infortuni in meno di due anni (oltre 100). Persino Fonseca, solitamente molto cauto nelle sue esternazioni, nella conferenza stampa di ieri non ha potuto esimersi dall’ammettere che, dal punto di vista della valutazione clinica, qualcosa non ha funzionato come avrebbe dovuto, viste le recidive di Veretout e Spinazzola: “Devo ammettere che qualcosa è stato sbagliato, però Veretout si è allenato e ha giocato col Cagliari, i segnali erano positivi. Anche Spinazzola si è allenato senza problemi, col Manchester avevamo bisogno di loro. I segnali erano tutti positivi e quindi non avrebbe avuto senso pensare di non rischiare, specie in una gara come quella contro il Manchester. Non posso dire nulla su El Shaarawy, che non ha giocato in Coppa”.
Anche sulla preparazione atletica i vertici societari iniziano ad interrogarsi: fisicamente la Roma ha spesso tenuto per un tempo a partita. Forse le voci che i giocatori si lamentassero per allenamenti troppo leggeri, non erano del tutto infondate.
In un tale contesto, appare di solare evidenza come la Roma oggi scenda in campo certamente non serena e lontana dalla migliore concentrazione, svuotata negli obiettivi, a terra nel morale e con un allenatore palesemente sfiduciato e che ormai ha la valigia in mano. Ovviamente Fonseca, da grande professionista qual è, ha tenuto a precisare che guiderà con il consueto impegno e focalizzazione il suo gruppo fino alla fine del campionato: “I bilanci si fanno alla fine, ora affronteremo la Sampdoria con una squadra forte anche se abbiamo tanti problemi, entreremo in campo motivati”. Ma ormai, paiono solo dichiarazioni di facciata. Il suo concetto di fine non è lo stesso di quello dei Friedkin. Che hanno già voltato pagina.
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