Si avvicina la fine del campionato e dell’avventura di Paulo Fonseca sulla panchina della Roma. Domani, il derby. Il portoghese è intervenuto in conferenza stampa, ribadendo il suo stato d’animo adesso che il capolinea è vicino.
Molte le domande rivolte al tecnico dalla “platea virtuale” dei giornalisti sul probabile modulo di gioco, anche alla luce di quanto visto mercoledì sera al Meazza, dove la Roma si è fatta infilare spesso in contropiede dagli uomini di Conte.
Fonseca ha riconosciuto che il problema della squadra è che quando la Roma sbaglia, le altre squadre segnano. L’Inter secondo il tecnico non aveva prodotto le palle gol dei giallorossi, ma è stata più brava nel tesorizzare le poche avute, con micidiali ripartenze condotte da Hakimi o con la destrezza di Lukaku, pronto a fare da boa per le incursioni in campo aperto dei compagni: “Sapevano come giocava l’Inter, non volevamo difendere basso, ma volevamo avere l’iniziativa, l’abbiamo avuta e abbiamo avuto occasioni da gol. È un rischio e sappiamo che contro l’Inter il contropiede è mortifero”.
Contro la Lazio ha promesso un atteggiamento meno spregiudicato, giocando a quattro dietro e con una particolare attenzione a non concedere veloci ripartenze a giocatori in grado di far molto male in spazi larghi, quali Immobile, Correa, Luis Alberto, Milinkovic-Savic e gli stessi terzini. La partita, ha proseguito, è stata preparata strategicamente in modo diverso. Ci sarà pressione sul primo momento di costruzione, cosa che all’andata non riuscì come desiderato e la Roma finì per perdere equilibrio. Stavolta l’obiettivo specifico sarà impedire alla squadra di Inzaghi di uscire in contropiede.
Proprio su questo ritorno all’antico ha stuzzicato i cronisti: “Ho sempre detto che avevamo due moduli per questa squadra. La scelta dipende dalla risposta della squadra e dal momento. Abbiamo cambiato con il Manchester United e la squadra ha risposto bene. A volte i cambi sono dettati per trovare le giuste motivazioni e per creare nuove dinamiche. Ora non avrebbe senso cambiare di nuovo”.
Domani sarà la partita di addio, anche se ovviamente non potrà salutare il pubblico sugli spalti, come avrebbe sperato. Fonseca lascia comunque con dignità ed a testa alta: “Lascio con orgoglio di essere stato allenatore della Roma in questi due anni. A volte c’è un sentimento di ingiustizia quando si lascia, ma per me non è così. C’è orgoglio di essere stato l’allenatore della Roma, di avere sempre il rispetto di tutti, l’ammirazione e la simpatia dei tifosi. Per me è importante avere questi sentimenti”.
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