La Procura di Rimini ha deciso di riaprire l’inchiesta sul caso Pantani per la terza volta. Si tratta di un fascicolo verso ignoti
Per la terza volta l’inchiesta sulla morte di Marco Pantani è stata riaperta. l 14 febbraio 2004 il campione di ciclismo fu trovato morto nel residence Le Rose di Rimini. Si tratta di un fascicolo contro ignoti per il reato di omicidio aperto alla Procura di Rimini. La scelta di riaprire il caso è arrivata da una relazione della Commissione Parlamentare Antimafia che ha ascoltato nel 2020 Fabio Miradossa, il pusher che riforniva di cocaina il Pirata.
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Al Corriere della Sera, Fiorenzo Alessi, il nuovo avvocato di Tonina Pantani, la mamma di Marco racconta: “Non abbiamo nessuna verità precostituita o tesi da dimostrare ma la famiglia vuole finalmente mettere la parola fine alla vicenda e sapere se Marco è morto di overdose o è stato ucciso“. L’avvocato ha spiegato che Tonina, la mamma del ciclista, è già stata sentita dalla Procura e che sta lavorando con grande serietà grazie al coordinamento della procuratrice generale Elisabetta Melotti. I genitori di Marco dopo 17 anni meritano di pter mettersi il cuore in pace e l’unico modo per farlo è: “Rileggere tutte le carte, dissecretare le testimonianze chiave e chiudere una vicenda che si trascina da 17 anni: qualunque verità emerga, la accetteremo“.
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La vicenda
Nel febbraio 2004, il Pirata decise di andare in vacanza in montagna, passando da Milano. Fece le valigie portando tre giubbotti, di cui uno da sci, che però avrebbe lasciato in albergo a Milano prima di cambiare idea e rientrare verso Rimini. Secondo quanto dichiarato da un tassista, il bagaglio di Pantani era costituito unicamente da una piccola busta in plastica, contenente medicinali. Nonostante ciò, i tre giubbotti furono trovati nella stanza del residence dove Pantani alloggiava. A Rimini, Marco Pantani prese alloggio per quattro notti presso il residence “Le Rose”. La sera del 14 febbraio 2004 fu ritrovato morto nella stanza D5 dell’edificio. L’autopsia rivelò che la morte era avvenuta fra le 11:30 e le 12:30, venendo causata da un edema polmonare e cerebrale, conseguente ad un’overdose di cocaina e, secondo una perizia effettuata in seguito, anche da psicofarmaci.
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