L’allenatore del Sassuolo Alessio Dionisi ha parlato di diversi temi, passando dalla sua visione del calcio alla sua interpretazione del ruolo. Qui le sue dichiarazioni.
Alessio Dionisi sta vivendo la sua prima esperienza in Serie A e, dopo pochi mesi, ha già convinto quasi tutti. In estate ha lasciato l’Empoli con cui ha vinto la Serie B per raccogliere la sfida Sassuolo con la pesante eredità di De Zerbi, passato allo Shakhtar Donetsk. I neroverdi, come da tradizione, hanno brillato nei big match vincendo a Torino contro la Juve con un gol all’ultimo minuto di Maxime Lopez e a San Siro contro il Milan, aggiungendo anche un pareggio in casa contro il Napoli grazie ad una rete di Ferrari nel finale.
L’allenatore del Sassuolo ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport: ecco le sue dichiarazioni.
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Secondi Dionisi, l’allenatore bravo è quello che limita i danni non vivendo da protagonista assoluto: “Il primo compito è far esprimere al massimo i calciatori, perché i protagonisti sono loro. Io non credo di far nulla di speciale”.
L’allenatore del Sassuolo ha aggiunto che il calcio sta diventando sempre più complicato per le varie sfaccettature che sta acquisendo: “È difficile renderlo un gioco semplice, ma è bellissimo”.
L’esempio portato è quello dei difensori che non marcano più come un tempo e, secondo Dionisi, è anche a causa degli allenatori che cercano una mentalità più propositiva.
Non manca il riferimento ai risultati contro Juve, Milan e Napoli: “Ci hanno lasciato maggiore consapevolezza, che però dobbiamo mostrare anche contro squadre meno forti”. Dionisi ha ammesso che la sua squadra è più attenta difensivamente quando gioca con formazioni più pericolose perché prevede le difficoltà: “Dobbiamo crescere”.
L’allenatore del Sassuolo ha parlato anche della sua idea di “giocare bene”: “Vuol dire rendere riconoscibile la propria identità di squadra”, aggiungendo di credere più al gioco che alla speculazione.
Dionisi ha fornito uno sguardo del Sassuolo dall’interno, elogiando la società per il rispetto dei ruoli e delle persone, aggiungendo una nota su chi lavora senza farsi vedere: “Per me è troppo importante chi lavora dietro le quinte, tipo i magazzinieri”.
L’allenatore del Sassuolo ha dichiarato di non portarsi a casa il lavoro, dedicando tutto se stesso ad amici e famiglia, ma ha anche confessato: “Quando mia moglie si addormenta accendo il computer: riguardo gli allenamenti, le nostre partite e studio gli avversari”.
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