L’attaccante gambiano riduce alla timidezza il motivo per cui non riesce a essere incisivo dal punto di vista realizzativo. Barrow ha anche svelato di avere Zidane e Totti come idoli. “Se gioco male, poi sto male per diverse ore dopo la partita”, dice.
Musa Barrow vuole essere ancor più importante per un Bologna che, almeno per il momento, non riesce a fare a meno di lui. L’attaccante gambiano, cresciuto nell’Atalanta ed esploso in maglia rossoblu, ne ha parlato in un’intervista per la Gazzetta dello Sport. Il suo obiettivo è continuare a fare bene, magari segnare un po’ di più. E spiega il motivo per cui non riesce a essere cattivo sotto porta: “Il calcio un po’ mi ha cambiato, ma nella vita di tutti i giorni sono molto timido. Ancora oggi, quando parlo di persona a mia madre, per riuscirci devo starle alle spalle. Nelle videochiamate con lei guardo di qua e di là, quasi mai lo schermo. Se devo essere sincero, per me non è facile fissare negli occhi nessuno”.
Spesso e volentieri, ai microfoni dei giornalisti, Mihajlovic ha sottolineato questo aspetto del suo gioco. Barrow lo sa e non se la prende per le critiche del suo allenatore: “Ma io lo capisco, quando parla in questo modo. Ha ragione. Devo lavorare di più e fare quello che mi dice”. Anzi Musa è consapevole dell’importanza di Mihajlovic per la sua crescita: “Ogni giocatore ha qualcosa dentro, ma ha bisogno di qualcuno che lo aiuti a tirarla fuori. Da soli non è mai facile. Io ho Mihajlovic, che mi stima e mi vuole bene. E poi con lui posso anche scherzare”.
Anche perchè, fin dal suo arrivo in Emilia che risale a un anno fa, si è instaurato subito un bel rapporto tra i due. Barrow a tal proposito durante l’intervista svela un retroscena, legato proprio ai suoi primi giorni in gruppo: “Quando sono arrivato a Bologna, il mister mi prese da parte e mi disse: ‘Io so qual è il tuo carattere, so che sei buono come il pane. Ma, almeno quando tiri in porta, devi diventare cattivo. Non è facile, lo so, ma devi provarci”. Lavoro su questo, diventare più cattivo. Mi ha appena fatto vedere un video coi gol di Maradona: “Devi essere come lui”, ha detto”.
Come detto, sul piano realizzativo non è iniziata bene la stagione per Barrow. Solo due gol in nove partite, ma che diventano 11 nell’intero anno solare se si aggiungono le 9 dello scorso campionato. Un dato che rende felice un ragazzo, abituato sempre a rincorrere qualcosa, fin da bambino: “Non lo sapevo. Sono contento. Il mio obiettivo è arrivare il più in alto possibile. So quello che ho passato per arrivare fin qua, in Europa, dove mi dicevo che sarebbe cominciata davvero la mia vita. I mesi di attesa in Gambia dopo il primo provino all’Atalanta, perché ero ancora minorenne e non avevo il visto”.
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Non mancano i giocatori di altre squadre, con cui Barrow si è legato. In particolare con Romelu Lukaku, il bomber dell’Inter: “L’anno scorso, dopo la partita che abbiamo vinto a San Siro contro l’Inter con un mio gol, sono rimasto sorpreso e contento che lui si sia fermato a parlare con me. Mi disse di continuare come stavo facendo. Gli avevo chiesto la maglia e lui si è fermato a parlarmi. Anche Koulibaly del Napoli: mi chiese della famiglia, volle sapere come mi trovassi in Italia”. Ma quali sono gli idoli dell’attaccante del Bologna? Lo svela lui stesso: “Andavo matto per Zidane, mi tagliai i capelli come li portava lui. Dopo mi è piaciuto Totti. Io non sono come loro, ma devo diventare come loro”.