Dovizioso torna all’attacco | “La Ducati non è stata corretta”

Il pilota di Forlì non attacca la Ducati, ma Gigi Dall’Igna. Dovizioso svela anche che c’è stata mancanza di correttezza nei suoi confronti.

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Tutta la perplessità del Dovi – meteoweek.com (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)

È un Andrea Dovizioso senza peli sulla lingua, quello che torna a parlare in questo avvio di 2021. Il pilota forlivese è rimasto senza squadra dopo l’addio – non senza polemiche – alla Ducati. Il vice-campione del 2019 si è confessato con i colleghi della Gazzetta dello Sport. E in prima battuta ha fatto capire di non sentire la mancanza del box Ducati: “Non dovere continuare una situazione di quel tipo, dopo una stagione molto dura e mentalmente non rilassante, è già stato un cambio. Il mio non è un bisogno di fermarsi. Si è trattato di cambiare e ripartire, io ho voglia di fare, solo in un modo diverso“.

Dopodichè si passa alle bordate, che nel caso di Dovizioso sembrano avere un unico destinatario. Stiamo parlando di Gigi Dall’Igna, il deus ex machina della scuderia di Borgo Panigale. Nei fatti, è stato lui il principale artefice della mancata conferma del Dovi in Rosso: “Diciamo che non c’è stato un comportamento trasparente, a differenza di Petrucci, a cui prima della stagione è stato detto che non ci sarebbe stato posto. Ma poi Gigi Dall’Igna ha dichiarato che in quel famoso meeting fatto a metà 2019 tra il Sachsenring e l’Austria, aveva capito che era finita“.

Dovizioso contro Dall’Igna

Dunque Dall’Igna si vede ricevere una scarica di bordate dal suo ex pilota. Dovizioso ha fatto capire che l’anno appena trascorso è stato il più difficile. Soprattutto dal punto di vista dei rapporti umani: “C’erano idee diverse, c’era attrito e volevamo un incontro con tutti gli ingegneri. È iniziato come meeting tecnico, ma è diventato un confronto tra noi due e, non so come descriverlo, Gigi si è sentito… colpito, attaccato. Per me lui lì ha chiuso le porte, ma le ha chiuse stando zitto. E quel che dice è la conferma. Però nel 2020 sono state fatte dichiarazioni sulla mia motivazione. Ora sappiamo che non era la verità. Non è stato trasparente. Perché la situazione in Ducati nel 2020 era quella del 2019“.

Gigi Dall’Igna incassa – meteoweek.com (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)

Ma c’è mai stata la possibilità di una sua permanenza in Ducati? Dovizioso dice di no, svelando che non ci sono mai state trattative: “Si diceva che Dovizioso chiedeva questo o Ducati poteva dare questo… tutte balle. Non abbiamo mai negoziato, soprattutto non è mai arrivata un’offerta. E, quindi, non ne abbiamo mai rifiutato una bassa. È la conferma che nella riunione del 2019 per Gigi è finita“. E il forlivese fa sapere che c’è stata la possibilità di correre insieme a Marc Marquez: “Queste decisioni arrivano solo da Gigi. Si parla di Ducati ma è sbagliato, tutte le decisioni prese da quando c’è lui, sono sue. Come Lorenzo al posto di Marquez nel 2017. A inizio 2016 c’era stata la possibilità di prenderlo, ma Gigi aveva già deciso di volere Lorenzo“.

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Cosa è cambiato tra il Dovi e la Ducati

Dovizioso modera un po’ i termini quando c’è da sottolineare l’ottimo lavoro del team in questi anni. Rendere la Ducati una reale contender per il titolo non è stato facile. Ma al tempo stesso Andrea rimprovera la mancanza di elasticità in alcuni giudizi: “Ho sempre detto e riconosciuto la qualità e bravura della maggior parte degli ingegneri del reparto corse. È pazzesco quanto sono svegli, intelligenti, italiani. C’è lo “sbuzzo”, il cercare di inventarsi qualcosa, e Gigi per me è molto, molto bravo a spremere e tirare fuori tanto da loro. È un lato positivo enorme. Ma ho sempre faticato tanto, pur instaurando rapporti ottimi con certi ingegneri, a convincere e indirizzare lo sviluppo nella mia direzione“.

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Ma alla fine, dopo otto anni sono passati i titoli di coda. Un periodo molto bello in pista per Andrea Dovizioso, che non può non ricordare con soddisfazione quanto di buono è riuscito a fare in Ducati: “Ricordo di più i bei risultati. Il 2017, il 2018 e un po’ il 2019 sono stati spettacolari. Il DesmoDovi non era un nome messo così. Io ho dato l’anima, credevo veramente in questo progetto. A differenza di certe persone in Ducati che hanno sempre visto il non provarci a sufficienza da parte mia. Chi ha visto questo è davvero limitato, legge certe dinamiche in modo sbagliato. Se uno pensa che non ho messo impegno e dedizione, è totalmente fuori strada. E dovrebbe cambiare lavoro“.