Mancini: “Milan come la mia Italia. Inter-Juve? Sfida tra favorite, svelo pronostico”

Roberto Mancini, in attesa di ritrovare gli azzurri in Nazionale, guarda con interesse alle dinamiche della Serie A e non solo. Il c.t., infatti, intende avere i migliori giocatori a sua disposizione in vista di Euro 2021. Gli occhi, nel diciottesimo turno di campionato, sono puntati nel derby d’Italia tra Juventus e Inter e in quello della Capitale.

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Roberto Mancini, commissario tecnico della Nazionale italiana (Photo/Getty Images)

La corsa allo Scudetto di Serie A, in questa stagione, è accesissima. Il c.t. Roberto Mancini, in attesa che gli azzurri tornino in campo, non può fare altro che osservare il campionato con un occhio di riguardo verso i giocatori che presto accoglierà alla sua corte. Dagli esperti, fino alle giovani promesse. A Euro 2021 non dovrà mancare nessuno dei migliori. L’esperto allenatore, in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, ha parlato dei caldi del momento: da Inter-Juve, derby d’Italia che potrebbe cambiare le sorti della annata nella massima serie italiana, fino al Milan, sorpresa della stagione che sembra potere riuscire a mantenere salda la vetta detta classifica, almeno per il momento.

Mancini su Inter-Juve

Roberto Mancini non ha dubbi sul fatto che Inter e Juventus siano ancora le favorite per lo Scudetto. Lo scontro diretto sarà fondamentale per le sorti della stagione di Serie A. “L’Inter è cresciuta negli anni, ha giocatori forti ed è pronta per vincere. La Juve ha ancora la rosa più competitiva e l’esperienza di 9 scudetti. Per la Juve è quasi decisiva. Non può perdere altri punti, con 3 squadre davanti. Anche se ha una partita in meno. Mi piace il gioco offensivo che cerca Pirlo. Ha avuto qualche problema di continuità, ma è logico: ha cambiato tanto. Gli serve tempo. Precisiamo. Inter e Juve sono le più attrezzate, restano le favorite, ma non significa che vinca di sicuro una delle due“.

Il c.t. azzurro, inoltre, guarda ai duelli individuali: “Lukaku e CR7 li prendo tutti e due. Cristiano segna sempre da una vita. A questo punto della carriera, potrebbe anche rallentare, invece dà sempre il massimo, in allenamento e in partita. È uno splendido esempio di professionalità per i ragazzi. Romelu è un altro grande esempio, per la generosità. Lukaku riempie il gioco dell’Inter. Quando non c’è, l’Inter è un’altra cosa“. E continua: “Barella, povero, è dall’inizio della stagione che corre. Ci sta qualche calo. Il discorso vale anche per Bonucci gioca ogni tre giorni. Leo è troppo importante per noi. Per Chiellini quel che conta è che stia bene e che torni a giocare. Io lo aspetterò fino all’ultimo“. Un consiglio, infine, a Chiesa: “In un grande club devi dare sempre il massimo, non puoi concederti pause che ti perdonano altrove. Un pareggio non basta. Giochi match internazionali. Tutto questo ti fa crescere tanto. È successo anche a Bastoni, per esempio. Ma Chiesa ha ancora margini di miglioramento amplissimi“.

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Attenti al Milan

Parole di elogio non possono dunque mancare nei confronti del Milan, squadra che sta insidiando il titolo: “Può anche arrivare in fondo. Ormai bisogna prenderne atto. Non mi aspettavo che facesse così bene. Non si vince così tanto per caso. Mi ricorda la mia Italia. Qualche giocatore d’esperienza e tanti giovani di qualità. Entusiasmo, empatia contagiosa, principi di gioco coraggiosi e lunga imbattibilità“. Alla corte di Stefano Pioli, d’altronde, ci sono molti giocatori azzurri: “Calabria ha talento, personalità e determinazione. Un ragazzo a posto. Anche da noi ha fatto bene. Tonali è normale che stia facendo fatica. È molto giovane. È arrivato presto in un grande club e ha bisogno di tempo per adattarsi. Un po’ come accaduto a Romagnoli. Ma nelle ultime uscite Tonali ha fatto molto meglio. È cresciuto anche Romagnoli. Potranno essere utili anche in azzurro“. E guai a chi gli tocca Gigio: “Oggi Donnarumma è il portiere più forte del mondo“.

E sulle altre: “Mi aspettavo di più dal Napoli, pensavo fosse il suo anno. Mi piace la Roma: giovani e qualità. Occhio all’Atalanta, ripartita forte. E alla solita Lazio. Vedo un gruppo compatto in testa. È un campionato divertente per l’equilibrio, per la riduzione dell’effetto casa-trasferta e perché molte squadre se la giocano con coraggio e spirito propositivo“, ha sottolineato Roberto Mancini.

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Occhio agli azzurri

Il c.t. dell’Italia non può inoltre che tenere d’occhio gli azzurri. Ripetere in Nazionale ciò che si fa nei club, tuttavia, non sempre è semplice. Al contrario, talvolta si trova più spazio a Coverciano rispetto a quanto accada tra le fila della propria squadra. È il caso, ad esempio, di Bernardeschi. “Con noi ha sempre fatto bene. Ma ha bisogno di giocare di più. Glielo auguro. Come lo auguro a Emerson Palmieri (due partite soltanto in Premier League con il Chelsea, ndr). Trovasse posto In Italia, in un club ambizioso, sarebbe il massimo. Come per El Shaarawy. Sensi speravo avesse pagato il conto con la sfortuna nel 2020, invece… Gli auguro un 2021 più generoso. Per noi è prezioso, perché può fare più ruoli“. E continua: “Pellegrini per noi è preziosissimo. In qualsiasi ruolo lo metto, risponde bene: esterno sinistro, interno, quinto attaccante. Ed è un ragazzo perfetto. Zaniolo invece è ancora giovane. Crescendo capirà che per realizzare il suo talento e le sue potenzialità, dovrà dedicare al calcio gran parte della sua giornata“.

A proposito di attaccanti, invece, qualcuno non mancherà certamente: “Per noi Insigne è unico. Per il ruolo di raccordo, per come lega la squadra è il giocatore meno sostituibile. Immobile segna tanto, spero conservi qualche gol per l’Europeo”. Al contrario di altri. “Io non chiudo mai le porte, ma per Balotelli è difficile. Stesso discorso per Destro. Porte aperte per lo Schillaci di turno, ma, dietro a Belotti e Immobile, i vari Caputo, Lasagna, Scamacca, che sta crescendo, sono più avanti nelle gerarchie. Kean sta facendo molto bene a Parigi. Anche Berardi, che ha superato un momento delicato“. E sulle giovani promesse: “Dimarco lo conosco bene. L’ho fatto esordire io nell’Inter. Ha piede, forza, personalità. È giovane, dopo l’Europeo potrà proporsi. Come altri ragazzi di talento che stiamo seguendo: Lovato, Rovella, Pobega. Zaccagni è stato sfortunato. L’ho chiamato, ma si è fatto male“, ha concluso Roberto Mancini.

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