Il fantasista brasiliano del Crotone rivive la sua esperienza prima del grande salto in Serie A. Messias tesse anche le lodi di De Paul, il miglior dribblatore del campionato.
Quella di Junior Messias è una delle storie più belle che possiamo trovare nel nostro calcio. Il fantasista brasiliano è giunto alla seconda stagione con la maglia del Crotone, ma qualche anno fa nessuno si sarebbe mai aspettato di trovarlo a giocare in Serie A. Forse nemmeno lui, che fin dal suo arrivo in Italia ha svolto i lavori più umili e ha sempre visto il calcio come una passione, un hobby. Poi è arrivata la grande chiamata per iniziare a giocare seriamente, finchè non c’è stato l’approdo in Calabria. E in un anno e mezzo, tra la promozione in serie A e le prime giocate tra i grandi, tutti si sono accorti di lui.
Messias ha rilasciato una bella intervista per l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport. Nelle sue parole emerge subito grande naturalezza, quasi stupore, lo stesso che traspare in chi subisce le sue giocate. Come le finte, che a volte ipnotizzano gli avversari: “A volte mi chiedo io stesso da dove provengano le mie finte. Credo sia una cosa innata e naturale. Quel movimento del corpo per spiazzare l’avversario ce l’ho dentro di me. Io mi diverto sempre, mi basta avere un pallone tra i piedi. Anche con i miei figli a casa. La differenza ora è la responsabilità“.
Dopo aver fatto tutti i lavori più umili, ora Messias è nel calcio che conta. Ma non ha mai dimenticato le sue origini, quelle di un lavoratore instancabile che non smette mai di impegnarsi: “Adesso vivo il calcio con impegno, passione, cuore. Nella vita niente è facile, devi sfruttare le opportunità che ti vengono offerte. E i miei sacrifici sono stati ripagati. Ricordo con nostalgia Barriera di Milano, il quartiere periferico di Torino nel quale vivevo. È un posto multietnico, dove ho conosciuto persone di Paesi e culture diverse. Mi piaceva tanto vivere lì“.
Il dribbling per lui è un’arte. E spiega anche come è nata la sua passione per questo movimento da grande giocatore: “Mi viene naturale. Il dribbling l’ho imparato per strada, in Brasile. Io non ho fatto il settore giovanile in un club, mi divertivo con i miei amici dove capitava. Giocavamo liberi, ognuno faceva quello che voleva. E a me piaceva dribblare“. Ma cosa insegna la storia di Messias? “A crederci sempre. Nella vita la fortuna serve tanto, ma la prima cosa è l’impegno. Non sai mai cosa può succedere. Ma non sempre le cose vanno come speriamo. Penso che ognuno abbia il proprio destino”.
Junior Messias non è arrivato in Italia con l’ambizione di giocare a calcio. La cosa più importante per lui, in quel momento, era vivere una vita migliore: “Non pensavo solo al calcio. Quando venni in Italia il mio obiettivo era semplicemente la ricerca di un futuro migliore rispetto a quello che avrei potuto avere in Brasile. E non immaginavo che nel calcio sarei arrivato così lontano“. Ma a proposito delle sue grandi giocate, c’è una grandissima fonte di ispirazione: “Le giocate sono davvero belle quando hanno un senso, perché a calcio si gioca per vincere, per fare gol. Ogni giocata deve essere funzionale. Mi torna in mente Zidane, che mi piaceva tantissimo e forse è stato il giocatore con più classe in assoluto. Giocava con una serenità e una bellezza mai più viste“.
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Prima di arrivare a Crotone, Messias ha fatto la gavetta, quella vera. Ma non si è mai elevato sopra a compagni e avversari, nonostante il suo talento: “Non ho mai pensato di essere particolarmente forte, anzi credevo di essere più scarso degli altri e volevo solo migliorare“. E il fatto di essere diventato di fatto un’icona del nostro campionato, suscita in Junior emozioni speciali: “Ne sono felice. Non è più come una volta, quando la gente smetteva di fare qualunque cosa per vedere una partita. Oggi il gioco è molto tattico, ci sono pochi dribbling e poche giocate spettacolari. Mi piacerebbe che il calcio tornasse quello di un po’ di tempo fa“.
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Messias ha ammesso di aver sempre avuto in Ronaldo il suo idolo, mentre secondo lui il giocatore più bravo nel dribbling in serie A è Rodrigo De Paul. Quanto al suo Crotone, il brasiliano sostiene che Stroppa faccia bene a continuare per la sua strada: “Stiamo portando avanti le nostre idee, serve solo un po’ più di cattiveria e attenzione. Con Stroppa ho un ottimo rapporto. Il gruppo è molto unito e credo che riusciremo a salvarci“.