Il numero uno al mondo attaccato per la lettera al direttore degli Australian Open. Djokovic replica su Instagram: “Ho proposto dei miglioramenti per la situazione dei giocatori in isolamento”.
Novak Djokovic non ci sta e torna a difendere il suo operato. Il tennista serbo è stato molto spesso al centro di controversie, che hanno fatto più rumore rispetto ai risultati ottenuti sul campo. Nonostante sia il numero uno delle classifiche mondiali, Nole ha fatto assai discutere, se non altro per le sue prese di posizione fuori dal campo. E anche l’apertura di un nuovo “sindacato” dei giocatori, parallelo e indipendente dalla ATP, ha suscitato non poche polemiche. Ma Djokovic ha sempre fatto capire di voler solo pensare a fare il bene dei suoi colleghi.
Anche in tema Australian Open, la situazione da parte del giocatore serbo è stata sempre molto chiara. Soprattutto per quanto riguarda le condizioni degli altri tennisti, costretti a osservare un rigido isolamento a causa della presenza di alcuni atleti positivi saliti comunque a bordo degli aerei per l’Australia. In tal senso, Djokovic ha contattato con una lettera Craig Tiley, il direttore sportivo del torneo di Melbourne. E anche in questo caso sono piovute critiche sul vincitore di 17 tornei del Grand Slam, definito egoista e ingrato.
Attraverso il suo profilo su Instagram, Djokovic si è difeso dalle accuse. E ha voluto far capire una volta e per tutte di non aver pensato solo a se stesso, ma anche agli altri tennisti. “Le mie buone intenzioni verso di loro sono state travisate – ha scritto – . Non tutte le azioni sono prese per quelle che sono e a volte quando vedo le conseguenze delle cose, tendo a chiedermi se non farei meglio a godermi i miei benefici senza preoccuparmi delle difficoltà degli altri. Però, scelgo sempre di fare qualcosa, di essere di aiuto nonostante le gravose conseguenze e le incomprensioni”.
Leggi anche -> Tennis: 47 giocatori degli Australian Open in isolamento
Djokovic ha sottolineato l’interesse nei confronti di tutto il movimento. Anche perchè la situazione nel suo complesso è tutt’altro che agevole: “Mi preoccupo sinceramente degli altri giocatori, e capisco anche molto bene cosa muova il mondo, chi ottiene di più e perché. Mi sono conquistato i miei privilegi con il lavoro duro, e per questa ragione è per me difficile restare un semplice osservatore, sapendo quando ogni aiuto, gesto e parole abbiano significato per me quando ero piccolo e non contavo niente. Perciò, uso la mia posizione di privilegio perché sia di servizio per quanto possibile, dove e quando serve”.
Leggi anche -> Australian Open: positivi anche Davidovich Fokina e la Keys
A proposito del botta e risposta con Craig Tiley, il serbo ha fatto il punto della situazione. E ha ribadito ancora una volta la sua posizione, che era quella di far capire lo stato d’animo dei colleghi costretti in una camera di albergo. “Ho sempre avuto un buon rapporto con Craig – ha scritto Nole – , rispetto e apprezzo gli sforzi che ha compiuto per rendere l’Australian Open un torneo che non vedi l’ora di tornare a giocare ogni anno. Nel nostro scambio di email ho usato un’opportunità per condividere potenziali miglioramenti che avrebbero potuto essere messi in atto per la quarantena dei giocatori in lockdown totale a Melbourne”.