Olimpiadi, c’è decreto Cio. Tamberi: “Pericolo scampato, era ingiusto per atleti”

L’Italia non correrà il rischio di essere esclusa dai Giochi Olimpici 2021. Il Governo, infatti, ha varato il decreto Cio, che ha ridato autonomia al CONI. Gli atleti potranno dunque gareggiare con l’inno e la bandiera del proprio Paese. Il saltatore azzurro Gianmarco Tamberi ha tirato un sospiro di sollievo.

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Gianmarco Tamberi, altista italiano (Photo by KARIM JAAFAR/AFP via Getty Images)

L’Italia ha a lungo temuto di doversi presentare ai Giochi Olimpici di Tokyo senza inno né bandiera in virtù della riforma dello Sport emanata dal primo governo del Premier Giuseppe Conte, che aveva tolto autonomia al CONI. Un provvedimento che, come era noto ormai da più di un anno, violava la Carta Olimpica. Il Consiglio dei Ministri, al termine di un estenuante lavoro, ha infine salvato il Paese dalla figuraccia. È stato approvato questa mattina, infatti, il decreto Cio, che ha scongiurato il rischio per gli atleti italiani di doversi presentare alla competizione da “indipendenti”. Con esso dovrebbero inoltre esserci state anche delle rassicurazioni in merito all’organizzazione delle Olimpiadi Invernali del 2026, che sono state assegnate a Milano e Cortina d’Ampezzo. In assenza della soluzione last minute non si sarebbero potute probabilmente svolgere.

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La gioia di Tamberi

Molti atleti hanno tirato un sospiro di sollievo alla notizia della firma del decreto Cio, avvenuta questa notte in Consiglio dei Ministri. Tra questi c’è anche il saltatore Gianmarco Tamberi: “Pericolo scampato! La minaccia del Cio mi faceva paura: se ci avessero tolto i simboli, per me sarebbe stato come cancellare l’Olimpiade. L’Italia non è né la Russia travolta dallo scandalo doping né la Bielorussia dei diritti umani violati. I Giochi senza inno e bandiera sarebbero stati un vero dramma, oltre che una ingiusta coltellata per noi atleti che da quattro anni non pensiamo ad altro“, ha detto in un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport.

E aggiunge: “Io vivo di sport, vivo per lo sport. Per me rinunciare all’Olimpiade di Rio è stato un lutto lento da elaborare. Io la mia olimpiade di Tokyo me la voglio vivere come me la sto immaginando da quattro anni: come una festa con la bandiera tricolore che sventola su di me. La politica è qualcosa che con lo sport non dovrebbe mai avere nulla a che fare. Immaginarmi a Tokyo senza canotta azzurra, non esiste! Sarebbe stato un meeting di atletica, non un’Olimpiade. Per me i cinque cerchi sono Italia“.

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L’unica incognita, adesso, resta il Coronavirus. La situazione in Giappone infatti è già allarmante. “Mi alleno come se non fosse in dubbio. Cioè, io – continua l’altista Tamboni non posso permettermi di pensare che Tokyo non ci sarà: sarebbe impossibile allenarsi, sennò. Nella testa spengo i campanelli d’allarme e le voci che arrivano dall’Oriente. Io preparo la gara della vita e quella gara ci sarà. I dubbi non sono ammessi, proprio no. Non potrei sopportarlo. Già l’infortunio mi ha tolto Rio, io Tokyo la voglio! Saltare i Giochi giapponesi e pensare a Parigi 2024 sarebbe un incubo inaccettabile. Troppi anni, troppe lacrime, troppi pensieri, troppe notti insonni. Deve essere Tokyo, senza discussioni“.

Infine, il detentore del record nazionale sia outdoor che indoor ha stilato i suoi prossimi impegni: “Fisicamente sto bene. È da dal Mondiale di Doha che non ho fastidi, basta infortuni: finalmente ho potuto allenarmi con continuità. Tecnicamente, è un altro discorso: nel salto mi porto ancora dietro tanti piccoli difetti che sto cercando di limare. Lavoro a muso duro, vado dritto verso la stagione indoor. Sabato faccio un test ad Ancona, per rompere il ghiaccio. Il 2 febbraio sono a Banska Bystrica, subito contro i migliori e tre giorni dopo a un meeting vicino a Praga. Salterò a Torun, in Polonia, poi ai Campionati italiani e infine agli Europei indoor. Ho iniziato la preparazione il 4 ottobre: mi sento pronto. È giusto cominciare a gareggiare per trovare il ritmo“.