L’Italia potrà partecipare alle Olimpiadi con inno e bandiera. Gli atleti azzurri hanno tirato un sospiro di sollievo a seguito dell’approvazione del decreto Cio, che ha ridato al Coni l’autonomia necessaria al rispetto della Carta Olimpica. La pallavolista Paola Ogechi Egonu non nasconde l’entusiasmo in vista dei Giochi estivi di Tokyo.
Il rischio di esclusione dell’Italia dai Giochi Olimpici di Tokyo è stato evitato. Quest’oggi l’esecutivo del Cio, durante la riunione in programma, non impedirà agli atleti azzurri di vestire il tricolore e cantare il proprio inno in Giappone a luglio. Il merito è del Governo che, con un decreto last minute (pronto da tempo ma nei mesi scorsi mai approvato), ha ridato al Coni l’autonomia richiesta dalla Carta Olimpica. Una buona notizia in cui in tanti speravano. Soprattutto coloro che saranno i protagonisti della competizione. Tra questi anche Paola Ogechi Egonu, pallavolista della Nazionale italiana tra le più forti nel panorama mondiale.
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La gioia di Paola Egonu
Paola Ogechi Egonu non ha nascosto il suo entusiasmo per la possibilità di rappresentare l’Italia alle prossime Olimpiadi, rinviate di un anno a causa della pandemia di Coronavirus. Un sogno che attende da tempo — per la schiacciatrice di ventidue anni, nata da genitori nigeriani, sarà infatti la prima volta — e che sembrava fino a qualche ora fa pronto a svanire nel nulla. “Ma ci pensa se fossimo dovute andare senza simboli? Giocare in bianco, sotto una bandiera neutra, senza essere riconosciute. No, sarebbe stato troppo triste. Ricordo ancora la prima volta che mi arrivò il kit azzurro. Un’emozione unica. Ero una ragazzina ma, aprendo lo scatolone spedito dalla Federvolley, mi resi subito conto di far parte di qualcosa di speciale. Io sono nata in Italia, Ambrose e Eunice, i miei genitori, sono fieri di vedermi in azzurro. All’inizio erano solo un po’ preoccupati. Perché con il doppio impegno, club e Nazionale, ci saremmo visti ancora meno. Avevano ragione, ma sono felice: per me è cominciata una nuova avventura“, ha detto in un’intervista al Corriere della Sera.
Tricolore e inno, dunque, non mancheranno in Giappone: “Indossare la maglia dell’Italia mi fa sentire la responsabilità, ma lo dico in senso positivo. Io lavoro anche per tutte le ragazze che sognano di essere al mio posto. Maglie, coppe, trofei: è tutto a Manchester, a casa dei miei genitori. Hanno un mobiletto, in salotto, dedicato a questo tipo di cimeli. Loro sono contenti ed è meglio così: ad ogni trasloco, io rischio di perdere tutto. L’inno – aggiunge Egonu – è una parte preziosa della nostra preparazione mentale prima del match. Stiamo in fila, ci teniamo per mano, scendiamo in campo e ci allineiamo. Parte la musica. Sull’ultima strofa, con l’urlo, buttiamo fuori tutta la tensione. Da quel punto è tutto fuoco: si va in battaglia“.
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Le insidie dettate dal Coronavirus
Tra pochi mesi il sogno di Paola Ogechi Egonu diventerà finalmente realtà: “Ne parlo spesso con Miriam Sylla, che oltre ad essere mia compagna di squadra a Conegliano e in Nazionale è la mia migliore amica. Fantastichiamo e pensiamo che sì, i Giochi Olimpici saranno diversi da qualsiasi grande torneo al quale abbiamo partecipato. Sarò diversa anch’io: non sono più una bambina. Ho vissuto le qualificazioni sulla mia pelle, ho una maggiore consapevolezza. Parte del sogno, volare in Giappone, si è avverata“. Non mancheranno, tuttavia, i problemi dettati dalla pandemia in corso. “Eh non è facile. Ogni volta che esce una notizia nuova, i casi Covid che crescono a Tokyo, il Giappone che chiude le frontiere, sobbalzo. Ci andremo? Non ci andremo?“.
Una ipotesi per risolvere in parte i problemi potrebbe essere quella di somministrare il vaccino agli atleti. “Penso sia corretto chiederci di farlo per non vivere la preoccupazione del virus, a Tokyo, 24 ore su 24. È l’unico modo di proteggersi. Di più: è necessario“. Una scelta che, tuttavia, creerebbe grandi disordini in virtù delle gerarchie nella campagna di vaccinazione, che mette in prima linea i soggetti più a rischio. “È sacrosanto che ci sia un ordine di priorità nel vaccinarsi, ci mancherebbe. Il vaccino però protegge noi e chi ci sta intorno. E il messaggio dell’Olimpiade sarebbe importante per tutta l’umanità durante questa pandemia: c’è una speranza, c’è lo sport che continua, c’è un futuro. I Giochi di Tokyo sarebbero una ripartenza per tutti“.
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Infine, una battuta sul suo futuro e, in particolare, sull’offerta monstre messa sul piatto dal Fenerbahce. Accettando di volare in Turchia diventerebbe la più pagata al mondo, con un contratto da un milione di euro a stagione. “Non ho ancora deciso. E anche se dovessi accettare, il mio pensiero – conclude Egonu – comunque non cambierebbe: l’Italia è casa mia, azzurra è la mia maglia“.