Berrettini agli Australian Open: “Mi sento bene. Quarantena, dico la mia”

Il tennista romano vuole approcciare nel migliore dei modi questo 2021. Berrettini ha parlato anche della quarantena a cui si è sottoposto in Australia: “È stata dura, ma mi aspettavo di peggio”.

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Matteo Berrettini vuol tornare a esultare – meteoweek.com (Photo by Clive Brunskill/Getty Images)

Il 2021 potrebbe essere l’anno della rinascita per parecchi giocatori di tennis a livello mondiale. Tra questi spicca il nostro Matteo Berrettini, che non ha vissuto il 2020 nel migliore dei modi. Al di là dei problemi organizzativi, legati alla diffusione del Covid-19, il numero 10 delle classifiche mondiali non ha vissuto un anno facile. Soprattutto per i tanti acciacchi che non gli hanno consentito di tornare in campo nei tornei della seconda parte dell’anno. Il ranking protetto lo ha aiutato a pensare solo al recupero, ma Berrettini vuole tornare a giocare.

Intervistato dai colleghi di Eurosport, il numero uno d’Italia ranking alla mano ha parlato in primis della situazione in Australia. Tutti i giocatori sono stati posti in quarantena, alcuni senza potersi muovere dalla stanza d’albergo. Una situazione che Berrettini spiega nel dettaglio: “All’inizio l’organizzazione ci aveva detto: voi arriverete il 15 gennaio, fate il test, poi dal 16 gennaio una volta arrivata l’eventuale negatività al test sarete liberi di seguire il programma per i vostri allenamenti. In realtà però il via libera ci è arrivato il 19 gennaio. Quindi siamo rimasti chiusi totalmente in camera per 4 giorni”.

Subito dopo il primo test negativo, Berrettini e gli altri atleti hanno potuto iniziare gli allenamenti all’esterno. Naturalmente il protocollo da seguire era molto rigido. In ogni caso, Matteo ha fatto capire che le restrizioni non erano poi così gravi: “Sono cambiate nel senso che noi possiamo uscire, ma solo quando siamo autorizzati a farlo, quindi nell’arco temporale per l’allenamento sul campo o in palestra. Se io apro adesso la porta della mia camera c’è la sicurezza che mi dice di tornare dentro. Alla fine però va bene così. Cioè, pensavo peggio“.

Naturalmente ci sono vari tipi di approccio a questa situazione, sicuramente non convenzionale per gli atleti. Berrettini ammette di aver provato sempre a pensare positivo, anche se non era facile. Specialmente dovendo restare lontano dalla sua fidanzata, l’australiana Ajla Tomljanovic: “Io sono arrivato bene e sto bene a livello di spirito e di energia. Certo, magari una cosa del genere a fine anno potrebbe essere più difficile da sopportare, molto più pesante. L’unica cosa complicata per me è che 6 piani sotto la mia camera d’albergo c’è Ajla e nonostante i test negativi e tutto non è comunque consentito vederci“.

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Ma come sta il miglior giocatore italiano alla vigilia del primo evento del Grand Slam del 2021? Matteo sostiene di essere in buone condizioni, sia fisiche che soprattutto mentali. Ed è questo l’importante, visto il 2020 che ha trascorso sulle montagne russe: “Io sto bene – ha detto – , ma mi sono allenato bene. Come ti dicevo è stato un po’ difficile all’inizio, con i primi quattro giorni di organizzazione complicati. Poi però mi sono allenato bene, e la qualità dell’allenamento è stata alta, intensa. Mi sento bene“.

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Tra le altre cose, agli Australian Open sarà consentito anche l’accesso al pubblico. Qualcosa che nello sport in generale è mancato tantissimo, non solo nel tennis. Berrettini è molto contento di questa cosa, soprattutto in vista di partite molto importanti: “Il boato è proprio qualcosa che mi è mancato. Allo US Open è stato stranissimo, specialmente per un torneo che di solito è molto rumoroso. Poi personalmente il pubblico è qualcosa che mi carica. Anche a Roma, quando ho preso ‘la sveglia’ da Fognini, il boato sul centrale, la gente che si accalca, sono cose che fanno la differenza. In sicurezza, ma sono contento di poterle tornare a sentire“.