Atalanta, Sartori: “Scouting nell’epoca Covid, ecco come abbiamo scelto Kovalenko e Maehle”

Il direttore tecnico e responsabile dello scouting dell’Atalanta, Giovanni Sartori, spiega come fare a trovare talenti anche nell’epoca del Covid, quando non si può viaggiare e seguire i calciatori da vicino.

Atalanta, da sinistra: il presidente Antionio Percassi, l'allenatore Gian Piero Gasperini ed il direttore tecnico GIovanni Sartori dopo la partita di Serie A con il Chievo Verona, 27 maggio 2017 (foto di Marco Luzzani/Getty Images)
Atalanta, da sinistra: il presidente Antionio Percassi, l’allenatore Gian Piero Gasperini ed il direttore tecnico GIovanni Sartori dopo la partita di Serie A con il Chievo Verona, 27 maggio 2017 (foto di Marco Luzzani/Getty Images)

Giovanni Sartori ha iniziato a collaborare con l’Atalanta come direttore tecnico e capo dello scouting nel 2014, dopo 15 anni al Chievo Verona. A lui si deve l’arrivo a Bergamo di molti fra i giocatori più forti del club nerazzurro, fra cui Hateboer, Gosens, Djimsiti, Palomino, Freuler, De Roon, Malinovskyi, Lammers, Miranchuk, Maehle e Kovalenko.

Sartori ha sempre difeso il suo sistema di selezione dei talenti “dal vivo” messo a punto con l’Atalanta, ma dopo la pandemia di Covid ha dovuto adattarsi alle nuove disposizioni che limitano gli spostamenti e non permettono al pubblico di accedere agli stadi durante le partite. Il direttore tecnico ha raccontato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport: “Non mi piacciono i video, perchè molte cose lì non si vedono“.

Poi ha spiegato: “Walter Sabatini (coordinatore area sport nel Bologna e Montreal, ndr), ad esempio, è un mago di cassette e DVD, mentre io sono l’esatto contrario. Se segui un difensore allo stadio, lo puoi guardare sempre, sia in fase di possesso che di non possesso. Puoi guardare come accompagna l’azione e come accorcia: queste sono cose che non si vedono in Tv. A dire il vero, prima del Covid non avevo mai visto un video e non avevo un account Wyscout (per l’analisi dati, ndr)”.

Atalanta, Sartori: “Non abbiamo licenziato nessuno a causa della crisi Covid”

Dunque Sartori ha confermato che il mondo dello scouting è cambiato drasticamente, e oggi ha raccontato di passare anche tre ore al giorno al computer. I 15 membri del suo staff, invece, passano anche sei ore al giorno fra video e analisi dati. La pandemia di Covid e la conseguente crisi economica nel mondo calcistico, non hanno portato alla riduzione del gruppo di lavoro, ma semplicemente alla riconversione al digitale.

Ecco come Sartori ha descritto il nuovo modo di fare scouting a distanza: “Facciamo ricerche per campionato, poi approfondiamo con l’analisi squadra per squadra e giocatore per giocatore. Generalmente fanno così tutti, con logiche differenze. Ad esempio, un club europeo di primo livello guarderà squadre altrettanto importanti come Inter o Juventus, omettendo quelle che occupano le ultime posizioni di classifica“.

Sartori: “Ecco come abbiamo trovato Kovalenko e Maehle”

Per quanto riguarda Kovalenko e Maehle, cioè gli unici due arrivi nell’Atalanta durante la finestra invernale di calciomercato, Sartori ha rivelto come si è arrivati a decidere il loro acquisto. Ecco le parole del direttore tecnico nerazzurro: “Li abbiamo presi dopo averli visti dal vivo per due anni. Spendere 10 milioni (nel caso di Maehle, ndr) per un giocatore, visto solo al video non sarebbe semplice“.


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Sartori racconta che, anche nel momento in cui si potrà tornare alla normalità, non abbandonerà completamente il metodo digitale di fare scouting, perchè l’utilizzo del digitale si è rivelato molto utile. Inoltre, continuerà ad utilizzare anche strumenti come Wyscout ma anche Wallabies, una startup che suggerisce i talenti utilizzando un algoritmo. Anche se poi ha ribadito: “Il giudizio finale, ovviamente, è sempre nostro“.