Schwazer assolto: “Non fu doping, è stato incastrato”. Ora sogna Tokyo

Il Tribunale di Bolzano ha disposto l’archiviazione del procedimento penale a carico di Alex Schwazer. L’atleta è stato dunque scagionato dall’accusa di doping, in quanto fu incastrato da Wafa e Iaaf. L’allenatore Sandro Donati ha commentato con gioia la notizia.

Schwazer
Il marciatore Alex Schwazer è stato scagionato (Photo by Tullio M. Puglia/Getty Images for IAAF)

Il processo a carico di Alex Schwazer è ufficialmente archiviato. Il Gip del Tribunale di Bolzano, Walter Pelino, ha scagionato il marciatore per non avere commesso il fatto. Dal lontano 2016 l’atleta lottava con le accuse di doping, dopo essere risultato positivo ai controlli effettuati a gennaio. I risultati portarono alla squalifica per recidiva (era infatti già stato condannato ad agosto 2013) per otto anni. La vicenda, tuttavia, non è mai sembrata del tutto chiara. Soltanto a distanza di sei anni viene alla luce la verità. La sentenza, infatti, non ha soltanto spazzato via le accuse di utilizzo di sostante dopanti da parte dell’altoatesino, bensì anche rivelato che a incastrarlo furono l’Agenzia mondiale anti-doping (Wada) e la Federazione Internazionale di Atletica leggera (Iaaf). Queste avrebbero operato, secondo il giudice per le indagini preliminari, in maniera totalmente autoreferenziale. La catena di custodia dei reperti in perizia sarebbe di fatto del tutto evanescente.

Le motivazioni del Gip

Il Gip Walter Pelino, all’interno delle motivazioni del decreto di archiviazione, ha sottolineato ampiamente il ruolo di Wada Iaaf nella vicenda: “Hanno operato in maniera totalmente autoreferenziale non tollerando controlli dall’esterno fino al punto di produrre dichiarazioni false”. E aggiunge: “È quindi provato che la manipolazione delle provette, che lo scrivente ritiene provata con altro grado di probabilità razionale, sarebbe potuta avvenire in qualsiasi momento a Stoccarda (dove è stato effettuato il prelievo, ndr) come a Colonia (nel laboratorio del controllo, ndr), ove si è dimostrato esservi provette non sigillate, dunque agevolmente utilizzabili alla bisogna“.

Le conclusioni del documento di 87 pagine aprono dunque alla nuova indagine, che si occuperà di individuare i responsabili dell’errore che per sei lunghi anni ha tenuto lontano dalle gare il marciatore Alex Schwazer: “Il gip ritiene accertato con alto grado di credibilità razionale che i campioni di urina prelevati ad Alex Schwazer il primo gennaio 2016 siano stati alterati allo scopo di farli risultare positivi, e dunque di ottenere la squalifica e il discredito dell’atleta, come pure del suo allenatore Sandro Donati. Esistono forti evidenze del fatto che nel tentativo di impedire l’accertamento del predetto reato siano stati commessi una serie di reati che di seguito si elencano: falso ideologico, frode processuale, falso ideologico finalizzato a coprire il precedente falso; falso ideologico, frode processuale e diffamazione“.

Leggi anche -> Paltrinieri, testa alle Olimpiadi: “14’30” per vincere, ma sarà difficile”

Donati: “Nessuno ci ha sostenuto”

Sandro Donati, allenatore del campione olimpico dei 50 km a Pechino 2008, a seguito della notizia dell’archiviazione del caso, ha ripercorso gli anni terribili vissuti: “A parte Giovanni Malagò che ha cercato di dare una mano, per il resto silenzio più totale dal resto del mondo sportivo: sono stati 5 anni di battaglia durissima, e solo negli  ultimi anni la Federatletica aveva assunto una posizione più  distaccata, forse capendo che l’accusa era indifendibile. Abbiamo affrontato questa battaglia in completa solitudine. Ora è il  momento che gli altri facciano le riflessioni del caso. Cosa diranno adesso? E cosa possiamo fare perché queste cose non accadano più? Anch’io in qualche modo sono stato incastrato: passato per fesso o complice, e non sono né l’uno ne l’altro. Ora anch’io dico grazie a  questo giudice coraggioso“.

Leggi anche -> Olimpiadi, Bach: “Giochi saranno luce in fondo al tunnel”. E sui vaccini…

E sulla reazione del marciatore: “Ho parlato con Alex Schwazer ed era emozionato. Si sta allenando, è molto costante. L’ho tenuto a un livello non molto elevato ma in una condizione tale che, se dovesse arrivare giustizia pure in ambito sportivo, senz’altro potrebbe essere pronto per i Giochi di Tokyo“. Presto dunque il campione potrebbe tornare a gareggiare. Le speranze infatti sono vive, ma l’atleta azzurro per sognare le Olimpiadi 2021 dovrà ricorrere alla Corte Federale Svizzera per annullare la squalifica del Tas di Losanna.