Stasera Juve-Crotone: i bianconeri dovranno dimostrare un’altra concentrazione rispetto alla gara di andata (1-1) e ai colpi a vuoto successivi contro Benevento e Verona, ma anche in Champions col Porto…
Morata in gol a Crotone all’andata (Photo by Getty Images/Getty Images)
Il gol del Crotone con Nwanko, la risposta di Morata: Crotone-Juve 1-1 dello scorso 17 ottobre può (“avrebbe potuto”?) aver insegnato tanto ai bianconeri di Pirlo a proposito degli “approcci” sbagliati alle partite. Questo è un tema più volte affrontato da mister Andrea Pirlo nelle varie conferenze stampa. Un tema, purtroppo, tornato di grande attualità dopo Porto-Juventus 2-1, gara appena giocata in Champions League. Solo 61 secondi per il primo gol dei portoghesi nel primo tempo, 23 per il raddoppio nella ripresa. Un preoccupante black-out dei bianconeri. Un disastroso inizio dei due tempi che – senza il gol di Chiesa – avrebbe potuto compromettere quasi totalmente il cammino europeo sul palcoscenico più importante.
Juve-Crotone può dire tanto sulla forza dei bianconeri
La Juve può diventare grande? Certo, a piccoli passi. Perché di tempo ce n’è, eccome: c’è una gara di ritorno degli ottavi di Champions da giocare e c’è una finale di Coppa Italia da vivere il 19 maggio. Non solo: c’è ancora la possibilità di portarsi a -5 dall’Inter in campionato battendo proprio Crotone, questa sera, e Napoli nella gara da recuperare. Le occasioni per cambiare i trend, dunque, sono davvero moltissime. Cristiano Ronaldo e compagni dovranno però limitare i cali di concentrazione e cancellare i momenti vissuti sull’altalena, di risultati e di prestazioni. A questa Juve serve ferocia, tensione sempre viva e giusto approccio fin da subito. Ecco perchè il match con il Crotone di questa sera (20.45) è più importante di quanto si possa credere e meno scontato di ciò che può apparire. Basti pensare allo 0-0 del Benevento contro la Roma di ieri sera: un punto strameritato dalla terribile neopromossa di Inzaghi contro la terza squadra in classifica. La squadra di Fonseca è stata incapace di sfondare persino in 11 contro 10 per oltre 35 minuti finali. Una partita ricca di spunti per la Juve di Pirlo, che in conferenza stampa ha ribadito un concetto. “A volte non servono strigliate, nè visite del presidente Agnelli. Dopo certe prestazioni il gruppo deve reagire da solo”, ha detto il tecnico. E allora parola al campo, questa sera.