Luna Rossa ha portato a casa l’ultima edizione della Prada Cup battendo gli inglesi del Team Ineos UK nella quarta regata. Max Sirena, Skipper e Team Director, non trattiene l’emozione. La testa adesso va alla finale di Coppa America.
La Prada Cup ha soltanto un indiscusso vincitore: Luna Rossa. Il team tricolore ha battuto senza grandi difficoltà i britannici del Team Ineos UK nella quarta e ultima regata. Il vantaggio rassicurante e le qualità dell’imbarcazione italiana hanno assicurato il trionfo, nonché di conseguenza il pass per la finale di Coppa America. Max Sirena ed i suoi uomini dal 6 al 15 marzo affronteranno il Team New Zealand, detentore del prestigioso titolo velico. Una sfida ardua, ma lo skipper riminese sa che potranno giocarsela fino alla fine. Intanto, in attesa di tornare a gareggiare, si gode il successo.
Max Sirena festeggia la Prada Cup
Max Sirena, dopo la vittoria della Prada Cup, non trattiene le lacrime: “Per fortuna sono uno che si emoziona. Sono umano. Questo è un momento importante per me dal punto di vista personale. Patrizio Bertelli ha investito tanto su di me. Non era così scontato arrivare fino a qui. Ancora non abbiamo vinto la cosa importante, ma il primo obiettivo era quello di portare la Prada Cup in Italia. Mi avrebbe fatto strano vederla nelle mani di un altro team. Anche se c’erano solo tre challenger non era scontato vincere. Gli altri team erano fortissimi, con budget importanti”, ha detto in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.
La pandemia in corso ha senza dubbio condizionato la competizione, che per un momento ha anche rischiato di essere interrotta, ma non ha frenato il trionfo della Luna Rossa: “È stata una Coppa tosta fino ad ora. Perché tutti siamo passati dal problema del Covid, che ha colpito anche noi. Con parenti, amici, familiari. E portare avanti una campagna del genere, iper-tecnologica in un momento del genere non è stato facile. Siamo arrivati qui in un posto fantastico, in questa bolla ed è stata un’escalation di emozioni”.
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I risultati, infatti, hanno ripagato la fatica: “Alla Christmas Cup, a dicembre, ci davano tutti per spacciati. Poi sono arrivati i round robin e ancora ci dicevano che eravamo un disastro e che saremmo andati a casa. Poi ci siamo rialzati, ma gli inglesi erano dati per favoriti. Abbiamo lavorato in silenzio con il sorriso sulle labbra. Sono contento per il team, per le 120 persone che ci lavorano che hanno raggiunto l’obiettivo insieme a me. Sono contento per tutta la famiglia Prada, per i nostri sponsor. Tutti quelli ci hanno lavorato: c’è una Nazione dietro, molto più forte di quello che crede. Dobbiamo avere più fiducia in noi stessi”. E ricorda: “Di momenti duri ce ne sono stati tanti: quando ci hanno bloccato la costruzione di barca 2, quando abbiamo disalberato. Quando abbiamo perso con più di due minuti di distacco con New Zealand prima di Natale e tutti ci sono saltati addosso. Poi con passione e con il lavoro di tutti siamo ritornati. Siamo ancora vivi”.
Luna Rossa tra passato, presente e futuro
Il percorso di Max Sirena con la Luna Rossa è stato d’altronde davvero bizzarro. Vent’anni fa durante una regata era appeso fuori bordo con un taglio alla testa, mentre oggi è tutta un’altra storia: “Non avrei mai creduto di arrivare fino a qui. Forse ci voleva solo un pazzo come Bertelli a darmi in mano la squadra e credere in me. E il minimo che potessi fare era riportare a casa la Prada Cup. Dopo qualche birra inizieremo a pensare al dopo e daremo tutto. Cercheremo di arrivare più preparati possibile. Sappiamo che sarà dura perché sono veloci, ma ci sarà da divertirsi. La barca è veloce, l’abbiamo migliorata tanto. Io credo che arriveremo molto preparati. Poi se la loro barca farà due nodi più di noi, potremo farci poco. Ma se le barche sono vicine ci toglieremo tante soddisfazioni. Adesso torniamo in cantiere e si inizia a pensare alla prossima”.
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La chiosa, invece, è dedicata al figlio Lorenzo, anch’egli promettente velista, ma non solo: “Lui è come me. Non se la gode tanto. È uno che soffre dentro, mi ha abbracciato e mi ha stretto. Mia moglie era un da po’ che non la vedevo piangere. Dietro i 120 del team ci sono altrettante famiglie che fanno una vita per nulla semplice. Ma voglio ringraziare tutti gli italiani. In questi giorni ho ricevuto migliaia di messaggi di gente che non conosco neppure. Trenta, 40 mila messaggi di supporto per la squadra. Ci hanno dato tanto, ci hanno spinto con il loro tifo”.