Reggina, il sogno di Gallo: “Andiamo in A, poi posso anche…morire”

Un amore infinito per la sua Reggina, che ha preso dall’orlo del fallimento e ha riportato in B: Luca Gallo, il presidente, non smette di sognare. Ecco cosa ha detto a Gazzetta del Sud

Luca Gallo, presidente della Reggina (Reggina 1914 Facebook)
Luca Gallo, presidente della Reggina (Reggina 1914 Facebook)

 

Vita e lavoro a Roma, origini calabresi, radici forti con la terra dei suoi genitori. E questo amore si vede, si sente tutto. Il presidente Luca Gallo, intervistato dalla Gazzetta del Sud, manda parole a cuoricino alla sua Reggina e a tutti i tifosi. Parole che continuano ad alimentare sogni e speranze di serie A, perchè questo è il grande obiettivo di Gallo: “Riportare nella massima serie la Reggina e farla giocare contro la mia Roma, squadra della città dove vivo e lavoro“. L’ha sempre dichiarato, l’ha sempre riconfermato.

Ora Gallo dice di più ed è lo stesso sito ufficiale amaranto a riportare le parole del numero uno della società calabrese. Così il presidente a proposito delle sue prime parole dichiarate al suo arrivo a Reggio (“La Reggina in Lega Pro è un insulto per il calcio”): “Tutto nasce dal mio arrivo a Reggio, con l’avvocato Iiriti. Una città splendida, forse voi che ci vivete non vi rendete neanche conto dell’impatto emozionale che Reggio suscita in chi arriva da fuori. L’unica sensazione brutta, riguardava l’assenza della Reggina. Non ne parlava nessuno, se non con riferimenti alla gloriosa Reggina di Foti. Si viveva di passato, ma non c’era speranza. Volevo dare un segnale forte, per risvegliare una passione sopita, ma non finita”.

Gallo: “La Roma per me è una madre, la Reggina è una moglie”

L’amore per Reggio: “Amare Reggio è stato semplice, vista la valanga di affetto che ho ricevuto fin dal primo momento. Dai reggini ho ricevuto sostegno e vicinanza anche in momenti complicati, e questo non si dimentica. Ecco, se proprio dovessi dare un giudizio sul popolo reggino, direi che è un popolo che sa cosa significhi volere bene, e questo è un dono che si trova raramente”. Un sogno: “Come ho detto qualche giorno fa, la Roma per me rappresenta una madre, e la Reggina una moglie. Ma se mi mette di fronte ad una scelta simile, le rispondo senza pensarci un attimo: la Serie A della Reggina. Mi dica dove devo firmare, che le metto cento firme (ride, ndc). Se porto la Reggina in Serie A ho raggiunto davvero il massimo, a quel punto potrei anche morire”.

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