Barcellona, Polizia negli uffici: arrestato Bartomeu. Il club: “Massima collaborazione”

Gli agenti del ‘Mossos d’Esquadra’ hanno fatto irruzione questa mattina al Camp Nou per effettuare alcune perquisizioni relative al Barçagate. L’ex presidente blaugrana Josep Bartomeu è stato arrestato insieme a Òscar Grau, Jaume Masferrer e Romà Gómez Ponti, rispettivamente CEO, consulente e direttore del dipartimento giuridico del club.

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Josep Maria Bartomeu, presidente dimissionario del Barcellona (Photo by Alex Capaeros/Getty Images)

Caos in casa Barcellona. Questa mattina gli agenti dei Mossos d’Esquadra, la polizia regionale della Catalogna, ha fatto irruzione nella sede del club blaugrana al fine di acquisire dei materiali utili a chiarire i dettagli dell’inchiesta relativa al Barçagate. In base alle accuse i vertici societari si sarebbero mossi per screditare sui social network, attraverso un ente terzo, chiunque si fosse messo contro di loro, inclusi alcuni tesserati, tra cui il capitano Leo Messi e il difensore Gerard Piqué.

I Mossos d’Esquadra, al termine delle perquisizione, hanno operato quattro fermi. Uno ai danni di Josep Maria Bartomeu, all’epoca dei fatti presidente del Barcellona. L’imprenditore si è dimesso lo scorso 27 ottobre a seguito di una minaccia di mozione di censura ricevuta dai soci e, attualmente, la carica è ancora vacante in attesa delle elezioni presidenziali della prossima settimana. Insieme a lui anche Òscar Grau, CEO dei blaugrana, il consulente Jaume Masferrer e Romà Gómez Ponti, direttore del dipartimento giuridico del club catalano. Le accuse sono di corruzione e falso in amministrazione.

L’inchiesta sul Barçagate: dai rumors all’arresto di Bartomeu

L’inchiesta relativa al Barçagate è emersa a gennaio 2020, quando la Cadena Ser ha rivelato che nei tre anni precedenti il Barcellona aveva versato sei rate da 200 mila euro l’uno alla I3 Ventures, società incaricata di controllare i social network al fine di tutelare l’immagine del club. Un servizio molto diffuso nel mondo del calcio. Il problema sta nel fatto che in tre anni i vertici blaugrana avrebbero pagato all’azienda privata un totale di 3,6 milioni di euro. Una cifra circa sei volte superiore al valore di mercato di un contratto per un servizio di questo genere. Anche i metodi di pagamento all’azienda in questione, inoltre, hanno destato alcuni sospetti. Le rate da 200 mila euro ciascuna, infatti, rispecchiano la soglia economica utile ad evitare che il pagamento sia messo alla firma del consiglio direttivo.

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Il sospetto principale, confermato nel tempo non in modo velato anche da un gruppo di giocatori del Barcellona, è che la I3 Ventures fosse stata piuttosto incaricata di gettare fango su coloro che erano contrari alla linea dirigenziale: da Leo Messi Gerard Piqué, fino a Xavi. Non si tratta, tuttavia, soltanto di tesserati. Nel mirino erano finiti anche l’allora allenatore Pep Guardiola e Joan Laporta, oggi candidato di maggiore favore alla presidenza. La strategia attuata sarebbe stata piuttosto insidiosa: l’agenzia inserita nel libro paga si serviva di alcuni siti web e di account falsi sui social network per alimentare rumors negativi e critiche nei confronti delle figure individuate dal club. Nessuna accusa diretta, bensì delle maldicenze diffuse come pettegolezzi di poco conto, che tuttavia col tempo avrebbero dovuto azzerare le simpatie verso i soggetti in questione a favore della dirigenza.

Il tribunale 13 di Barcellona, a seguito di tali rivelazioni, ha aperto un’indagine per i reati di amministrazione e corruzione tra privati ai danni di vertici del club blaugrana. Josep Maria Bartomeu, da parte sua, ha sempre rigettato le accuse, mettendo in atto anche un’inchiesta interna al fine di dimostrare la non sussistenza dei fatti. Le autorità spagnole tuttavia hanno voluto vederci chiaro. Già a luglio 2020 i Mossos d’Esquadra avevano fatto irruzione al Camp Nou per ottenere informazioni sul contratto tra la società e la I3 Ventures. Gli ambigui metodi di pagamento relativi a tale accordo hanno poi portato a un’indagine più approfondita sui conti del club per un presunto dirottamento di fondi.

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L’inchiesta, in questi mesi condotta del giudice istruttore Alejandra Gil, ha dunque oggi portato agli arresti dell’ex presidente Josep Maria Bartomeu, del consulente Òscar Grau, del CEO Òscar Grau e dell’avvocato Romà Gómez Ponti. Questa mattina i quattro indagati hanno accompagnato i Mossos d’Esquadra all’interno del Camp Nou per esaminare la documentazione in tre aree: finanza, legale e conformità. Le autorità hanno inoltre imposto ad altri dirigenti di rimanere nel proprio domicilio in isolamento in attesa delle decisioni del giudice. Gli altri dipendenti che erano in sede ma non sono coinvolti nella questione sono stati invece allontanati. Intanto il giudice ha esteso il segreto processuale su tutti gli atti.

La nota del Barcellona

Il Barcellona, in attesa di ulteriori sviluppi nelle indagini, ha offerto la massima collaborazione alle autorità spagnole. “Prima dell’ingresso e della registrazione dell’ente Mossos questa mattina presso gli uffici del Camp Nou, con ordinanza del capo della Corte di istruzione 13 di Barcellona, ​​che istruisce il caso dell’assunzione di servizi di monitoraggio dei social network, l’FC Barcellona ha offerto la sua piena collaborazione alle autorità giudiziarie e di polizia per chiarire i fatti oggetto di questa indagine. Le informazioni e la documentazione richieste dalla polizia giudiziaria sono state strettamente limitate ai fatti relativi al caso specifico. L’FC Barcellona esprime il massimo rispetto per la procedura giudiziaria in corso e per il principio di presunzione di innocenza delle persone colpite nel quadro di queste azioni“. Lo si legge in una nota diffusa tramite i canali ufficiali del club blaugrana.

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