Il giovane playmaker azzurro ha ottenuto il debutto in quintetto in NBA. E ha dovuto marcare un idolo come Chris Paul. “Un’esperienza surreale”, ha ammesso Nico Mannion.
Dal paradiso all’inferno e ritorno. Si possono riassumere così gli ultimi tre mesi di carriera per Nico Mannion. Il giovanissimo playmaker azzurro, classe 2001, ha debuttato con i Golden State Warriors prima di essere ‘retrocesso’ in G-League. Ma dopo qualche partita (dominata) nella lega di sviluppo, ecco che Steve Kerr lo richiama a sè e addirittura lo fa debuttare in quintetto. “L’esperienza in G-League mi ha aiutato molto – ha ammesso Mannion alla Gazzetta dello Sport – . Mi ha permesso di mettermi a mio agio con me stesso in campo. So di poter fare molto meglio, ma considero questi i miei primi veri minuti in Nba”.
Il ritorno di Nico Mannion nel roster dei Warriors è stato accolto con soddisfazione dai compagni. Si è creata subito grande alchimia, come ammette il figlio di Pace: “Significa molto per me sentire che i Warriors credono in me, come giocatore e come persona. Come giovane non hai come obiettivo di giocare in G-League, ma qui mi hanno fatto capire che non si è trattato di un declassamento ma di un investimento, che se non riuscivo a trovare minuti in Nba avrei fatto bene ad andare nella bolla a giocare. Ho affrontato l’esperienza a Orlando con questa mentalità, è stata un’esperienza più che positiva e sono contento di averla fatta perché mi sento decisamente meglio“.
Nico Mannion è tornato proprio sulle partite giocate con la canotta dei Santa Cruz Warriors. Nove gare in cui ha viaggiato a quasi 20 punti e 7 assist di media. Naturalmente non c’è paragone sul livello delle due leghe, ma certe cose si imparano anche giocando a livelli più bassi: “L’esperienza in G-League è stata fondamentale per me. È dura trovare il ritmo solo con gli allenamenti, giocare è stato fondamentale. Non so quanto sono migliorato, di sicuro ora mi sento molto più a mio agio. Quindi credo di essere diventato un giocatore decisamente migliore, se non altro per la fiducia che ho acquisito. Mi sento di nuovo me stesso”.
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Dunque per Nico Mannion è arrivata una bella soddisfazione, ovvero la prima gara in quintetto in NBA. Ma l’azzurro non intende fermarsi qui. Anzi, il bello inizia adesso: “Non mi aspetto nulla, sono a disposizione della squadra, pronto a fare qualsiasi cosa serva. I Warriors mi sono mancati: l’atmosfera che c’è in squadra, essere attorno a tanti grandi giocatori a cominciare da Draymond e Steph, il poter imparare da loro ogni giorno. È questo il ruolo a cui torno, quello in cui ascolto e cerco di imparare più che posso dai miei compagni”.
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Tra le altre cose, in diversi possessi Nico si è ritrovato a marcare Chris Paul, uno dei suoi idoli. “È stata un’esperienza surreale – ha ammesso – . Sono cresciuto ammirandolo, studiando il suo gioco e cercando di imparare il più possibile. Dover difendere su di lui è stato surreale”. Ma non è stato l’unico traguardo particolare per le sue prime gare in NBA: “Ho messo i miei primi punti Nba contro Utah a Salt Lake City, città in cui ho vissuto i primi 10 anni della mia vita. Ora la prima da titolare a Phoenix, dove ho vissuto per 7 anni. C’era papà in tribuna, ho visto anche alcuni amici: è stato bello“.