Il rischio più grave è stato evitato, ma per il caos tamponi in casa Lazio pagano sia il club che Lotito
C’è uno striscione al di fuori del Tribunale Federale “La Lazio non si tocca”. Lo hanno appeso i tifosi che attendono con il fiato sospeso la sentenza per il caso tamponi.
La sentenza sul caos tamponi
E l’attesa è finita intorno alle 16,45 con la sentenza sul caso tamponi. Nessuna penalizzazione in classifica per la Lazio, è questa l’unica notizia lieta di giornata. Il Tribunale federale ha deciso di condannare il club al pagamento di una multa di 150 mila euro, e non 200 come da richiesta del Procuratore Giuseppe Chinè. Mano più morbida anche per il presidente Claudio Lotito a cui sono stati inflitti 7 mesi di inibizione e non 13. Inibizione anche per i due medici della società Ivo Pulcini e Fabio Rodia, entrambi inibiti per un anno.
Le richieste del Procuratore Federale
Durante l’arringa per il primo grado di giudizio, il Procuratore Giuseppe Chinè non aveva richiesto punti di penalizzazione per la Lazio, ma avrebbe voluto una vera punizione esemplare per Claudio Lotito e due medici del club, rei di aver violato per ben sei volte il protocollo anti-Covid. A riferirlo è la Gazzetta dello Sport che spiega come le richiesta erano state 200 mila euro di multa alla società, 13 mesi di inibizione per Claudio Lotito e 16 per i medici Ivo Pulcini, responsabile del settore sanitario biancoceleste, e per il dottor Fabio Rodia, medico sociale e MLO della Lazio.
La classifica della Lazio non sarfebbe comunque cambiata, e quindi la posizione più a rischio era quella di Lotito che, se fossero stati confermati i tredici mesi di inibizione, avrebbe visto decadere subito la sua carica in Consiglio Federale. Inoltre non avrebbe potuto più ricandidarsi in futuro.