La Corte d’Appello Federale ha inflitto una maxi squalifica a Michele Marconi per le frasi razziste rivolte a Obi durante il match dello scorso 22 dicembre. Ribaltata la prima sentenza del Tribunale Federale che aveva prosciolto l’attaccante del Pisa.
La Corte d’Appello Federale ha inflitto una maxi squalifica all’attaccante del Pisa Michele Marconi, 31 anni, reo di aver rivolto delle frasi razziste al 29enne nigeriano Joel Obi durante il match contro dello scorso 22 dicembre.
Ribaltata la prima pronuncia del Tribunale Federale di due mesi fa – presieduto da Giuseppe Rotondo e composta da Gianluca Di Vita, Angelo Fanizza e Giancarlo Di Veglia – che aveva inizialmente respinto il possibile deferimento del bomber nerazzurro dopo che il Procuratore Federale aveva chiesto 10 giornate di squalifica.
Dopo la prima udienza del Tribunale Federale risalente ai primi di marzo, la Procura aveva impugnato la sentenza, rimandando tutto al secondo grado di giudizio della giustizia sportiva. Esaminate tutte le prove, la Corte d’Appello Federale ha usato la mano pesante nei confronti di Marconi: per lui uno stop di 10 giornate.
La Procura aveva chiesto 10 giornate di squalifica
Accolta, dunque, la richiesta iniziale del Procuratore Federale della FIGC per l’attaccante toscano sebbene il Pisa abbia sempre difeso il suo tesserato negando ogni addebito.
Sulla base delle testimonianze e delle prove raccolte dall’organo giudicante, si era deciso di chiudere il caso senza adottare provvedimenti disciplinari.
Nessuno, a parte i giocatori del Chievo, sembrava aver udito quella frase: nel rapporto dell’arbitro, degli assistenti e del quarto uomo, non pareva esserci traccia delle parole discriminatorie oggetto dell’accusa. Ma le nuove prove fornite dai veneti hanno incastrato Marconi.
Tra qualche giorno verranno pubblicate le motivazioni della decisione.
Bocche cucite in casa Pisa
Nessuno, in casa Pisa, ha commentato la vicenda. La squadra si è regolarmente allenata al centro sportivo di San Piero e ieri è partita per Brescia dove oggi scenderà in campo contro la squadra di Clotet.
Anche il Chievo Verona non ha rilasciato dichiarazioni sulla pesante sentenza della Corte d’Appello Federale.
Il caso Marconi-Obi
Il caso era scoppiato nel corso della sfida valida per la 14^ giornata del campionato di Serie B, giocata all’Arena Garibaldi a fine dicembre.
Secondo quanto denunciato dalla società veneta a fine partita, Marconi si sarebbe rivolto a Obi con una frase sprezzante riferita al suo colore della pelle: “La rivolta degli schiavi”. Parole che la panchina gialloblù aveva giurato di aver sentito ma che il Pisa e lo stesso Marconi hanno sempre negato.
“L’A.C. ChievoVerona condanna e stigmatizza fermamente il comportamento razzista subito da Joel Obi, e si rammarica perché ad una frase sentita dai più in campo non sia seguito alcun provvedimento disciplinare: né da parte dell’arbitro, né da parte dell’assistente e quarto uomo, né il procuratore federale”, aveva scritto la società clivense in un comunicato stampa diffuso subito dopo il match.
? NOI STIAMO CON JO ?
E diciamo forte ?? NO AL RAZZISMO ??
✋ #NoToRacism ✋ pic.twitter.com/72IHg9CBA1
— A.C. ChievoVerona (@ACChievoVerona) December 22, 2020
Accuse gravi respinte subito al mittente dalla società toscana con la replica arrivata a stretto giro di posta la sera stessa: “Il Pisa Sporting Club prende le distanze da quanto riportato a mezzo comunicato stampa dalla società Chievo Verona. L’episodio incriminato non è stato rilevato dalla quaterna arbitrale, né dai responsabili di Lega e Figc presenti a bordo campo, né dai numerosi microfoni televisivi presenti a ridosso dei protagonisti. Il nostro tesserato, peraltro, ha confermato di non aver rivolto alcun epiteto offensivo al calciatore avversario, tantomeno a sfondo razziale”.
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Campionato finito per Marconi
Michele Marconi, dunque, non giocherà le ultime due partite del campionato di Serie B (Brescia oggi e Virtus Entella lunedì). Il suo campionato si chiude con 35 presenze, 13 reti e una macchia che farà fatica a cancellare.
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